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Ponte di Genova: iniziati i collaudi, ma è fuori norma

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GENOVA – Ha avuto inizio il collaudo del nuovo ponte di Genova, costruito in tempi rapidi e dopo il crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018. La struttura, lunga 1.067 metri, congiunge le due “sponde” della valle sul Polcevera.

Nel collaudo sono impiegati complessivamente 54 autoarticolati da 44 tonnellate ciascuno, per un peso totale di circa 2.500 tonnellate.
Tra i vari test, c’è la prova a torsione con alcuni mezzi che percorrono la carreggiata nord e la carreggiata sud e infine la prova di frenatura con alcuni mezzi in frenata contemporaneamente in un punto definito.

L’intero collaudo viene seguito dai tecnici di Anas, con Rina e Pergenova.
Orgoglioso presidente di Regione Liguria Giovanni Toti che su Facebook scrive: “Manca davvero poco ormai… sul ponte di Genova questa mattina sono iniziate le prime prove di collaudo, che andranno avanti nei prossimi giorni. Questo cantiere non si è mai fermato, neanche durante l’emergenza Covid, e grazie al lavoro incessante di tanti è diventato il simbolo dell’Italia che può e deve realizzare i suoi obiettivi. In Liguria costruiamo il futuro, oggi e domani, nonostante tutto e tutti. E ne siamo orgogliosi”.

Un ponte che ha una importanza strategica, non solo per la città di Genova, ma per tutta l’economia nazionale.
Una notizia che tuttavia non può che lasciare stupiti, anche se gli addetti ad i lavori lo sapevano, è il fatto che il ponte sembrerebbe non essere a norma, come riporta il “Sole 24 Ore” costringendo quindi ad autorizzare una velocità di appena 80 km/h verso Genova e forse addirittura di 70 verso Savona, contro i 90 consentiti sul Morandi.

Gli addetti ai lavori lo sapevano già da quando i monconi del vecchio ponte dovevano essere ancora demoliti ma la fretta di ricostruire e l’esigenza di non alimentare ulteriori contenziosi avrebbero portato a non correggere l’errore.

L’origine del problema risulterebbe essere la mancanza di applicazione di norme geometriche per la costruzione delle strade, seguendo un Dm infrastrutture del 5 novembre 2001. Infatti il nuovo ponte di Genova avrebbe dovuto avere una forma a «S», mentre ricalca quasi perfettamente il vecchio tracciato rettilineo raccordato da curve strette, che risaliva al 1967 e quindi non rientrava nel campo di applicazione del Dm del 2011.

Secondo quanto riportato dal ”sole 24 Ore”, Le anomalie erano sfuggite in fase di progetto (affidato per scelta politica a Italferr, gruppo Ferrovie dello Stato), ma già a febbraio 2019 era stata “autodenunciata” al Consiglio superiore dei Lavori pubblici e a marzo 2019 fu fatta notare anche da Autostrade per l’Italia.

Insomma, chi ne fa le spese, sono gli automobilisti che percorreranno il nuovo ponte di Genova probabilmente saranno costretti a rispettare il limite di velocità di 70 km/h in direzione Savona. Distrazione dei progettisti?

Politica incapace di prendere decisioni immediate e risolvere in corso d’opera quei problemi che poi condizioneranno a vita, ovviamente del ponte, il normale utilizzo?

Di sicuro bisogna evidenziare che in un’era dove tutto avviene velocemente e dove l’efficienza è una prerogativa, questo ponte rallenta la velocità per mantenere quegli standard di sicurezza a discapito dell’efficienza.
Una diminuzione di 20 Km orari può apparire insignificante oggi, ma domani? Chissà se la Francia, che ha il porto industriale più vicino, ne trarrà giovamento.


Ettore Lembo

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