lunedì, Ottobre 14, 2024
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Teramo, stagione da record per i Concerti delle Abbazie

Concerti delle Abbazie

Stagione da record per i Concerti delle Abbazie. Apprezzatissimi con ben tre sold out tutti gli appuntamenti musicali nelle Abbazie e nei luoghi suggestivi del teramano

TERAMO – È stata una edizione straordinaria quella che si è conclusa il 4 settembre 2020 con il concerto del Trio Itaca nell’Abbazia di Santa Maria di Ronzano a Castel Castagna, ultimo dei 4 appuntamenti che hanno caratterizzato la sesta edizione dei Concerti delle Abbazie. Il prestigioso patrimonio artistico e architettonico del teramano, ha ospitato grandi musicisti ed ha registrato ben tre sold out su quattro concerti previsti. Ad aprire la rassegna, nell’Abbazia di San Giovanni ad Insulam, a Isola del Gran Sasso d’Italia, è stata l’anteprima nazionale del Daniele Falasca Trio; il 27 agosto nell’Abbazia di San Salvatore a Canzano c’è stato il Paolo Di Sabatino Trio (sold out) e il 30 agosto nella Terrazza Belvedere di Cellino Attanasio sold out anche per il Fabrizio Bosso Quartet – State of Art. Anche  il Trio Itaca ha registrato l’ultimo e inaspettato sold out. Il Festival è stato organizzato l’Associazione Culturale Luzmek e con la direzione artistica del Maestro Carlo Michini, dall’Agenzia per lo sviluppo locale Itaca e da Valle delle Abbazie, con il supporto della Fondazione Tercas, dei Comuni di Canzano e Cellino Attanasio e di sponsor privati.

“Siamo molto orgogliosi e fieri dell’ottima risposta da parte del pubblico per questa edizione – dichiara il direttore artistico Carlo Michini– una rassegna che nonostante l’emergenza epidemiologica da Covid-19 siamo riusciti a organizzare grazie allo sforzo e al supporto di tanti, garantendo tutte le misure di sicurezza necessarie. Sono sempre più convinto che questo non sia solo un festival di programmazione musicale. Analizzando i numeri attuali credo che questo festival possa diventare un’operazione di crescita per l’intero territorio della Valle delle Abbazie. Solo qualche anno fa, quando decidemmo di aprire l’ingresso con un ticket, avemmo una media di pubblico pagante di 30 persone a concerto, oggi siamo a 106. Significa che ci sono stati concerti con quasi 200 persone e questi sono numeri da teatro con la differenza che, invece di essere in città, siamo nelle Abbazie e nei comuni dell’entroterra.  Questo è un dato che non deve essere letto come uno sterile risultato economico ma come qualcosa di ben più grande se relazionato all’intero territorio. La maggior parte del pubblico dei concerti non è residente nei comuni che ospitano l’evento. Questo non è demerito di nessuno, né dell’organizzazione né della comunità. Penso, invece, che questo dato sia il valore aggiunto fondamentale per un progetto di crescita territoriale culturale e turistica. Un progetto capace di creare un indotto economico nuovo a beneficio di tutte le attività commerciali e ricettive locali. Quando si dice di investire nella cultura si dice proprio per questo motivo. La cultura, lo spettacolo dal vivo, sono generatori di benessere.

Un benessere intellettuale e psicologico per il messaggio artistico che veicola e un benessere economico che si genera per le comunità ospitanti. Il nostro territorio e la nostra Valle non possono non considerare questo fattore. Riuscire a muovere un numero consistente di persone per un interesse culturale significa anche garantire un indotto economico a tutte quelle strutture che offrono la possibilità di consumare, mangiare, bere e dormire negli stessi luoghi che ospitano l’evento culturale. Il numero pubblico è direttamente proporzionale ai consumi. D’altra parte non credo che la fruizione artistica sia di secondaria importanza, anzi credo che quanto più bello sia il concerto tanto più efficace sia l’indotto. Non abbiamo il Colosseo o la Cupola del Brunelleschi, abbiamo invece la Valle delle Abbazie e la natura. Su questo dobbiamo investire e per questo dobbiamo avere più coraggio per credere in un progetto, Concerti delle Abbazie, che qualche anno fa era uno fra i tanti ma che oggi, invece, è diventato un brand, una realtà ambita da tutti: musicisti e pubblico. Il prossimo step sarà quello di approfondire proprio questo aspetto.

Stiamo lavorando a dei pacchetti turistici con un’offerta quanto più ampia possibile, un’offerta che riesca a prevedere uno o più pernotti, degustazioni enogastronomiche di prodotti tipici locali e diversi itinerari culturali. Ovviamente l’aspetto artistico sarà di primissimo ordine, le sorprese saranno tante. Ormai siamo arrivati al punto di non ritorno, dobbiamo crescere e crescere per diventare come quei tanti festival italiani importanti che amo e che, di nascosto, studio e ristudio! Non abbiamo nulla di meno di tante altre realtà e sono convinto di avere il dovere di sfruttare anche la minima possibilità che apporti benefici al nostro territorio! Desidero ringraziare tutti i musicisti che si sono lasciati coinvolgere, tutti coloro che hanno supportato il progetto, la Fondazione Tercas, le amministrazioni comunali, le parrocchie le associazioni dei volontari degli alpini e della protezione civile, gli sponsor sempre sensibili e disponibili e tutto il mio staff e grazie soprattutto al pubblico!”.

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