giovedì, Aprile 25, 2024
Home > Anticipazioni TV > Anticipazioni per il Grande Teatro di Georg Buchner in TV del 17 settembre alle 15.25 su RAI 5: “La morte di Danton”

Anticipazioni per il Grande Teatro di Georg Buchner in TV del 17 settembre alle 15.25 su RAI 5: “La morte di Danton”

la morte di danton

Anticipazioni per il Grande Teatro di Georg Buchner in TV del 17 settembre alle 15.25 su RAI 5: “La morte di Danton”

File:Danton IMG 1335-IMG 1337.jpg - Wikipedia

Per il Grande Teatro in TV in onda oggi giovedì 17 settembre alle 15.25 su Rai 5 il dramma “La morte di Danton” di Georg Buchner.

La morte di Danton è un dramma in quattro atti di Georg Büchner, dal titolo originale di Dantons Tod, scritto tra il gennaio e il febbraio 1835. Fu pubblicato nello stesso anno col sottotitolo Dramatische Bilder aus Frankreichs Schreckensherrschaft (Immagini drammatiche del Terrore in Francia).

La prima rappresentazione dell’opera ebbe luogo solamente il 5 gennaio 1902 nel teatro Belle-Alliance di Berlino, prodotto dalla Vereins Neue Freie Volksbühne, perché fu a lungo considerata non rappresentabile. Infatti, benché il dramma sia intitolato alla vittima, è verosimile che Büchner tifasse per i carnefici, essendo in fuga dalla patria proprio per le sue idee giacobine[1]. Il giusto valore del dramma, come quello di altre sue opere, fu riconosciuto soltanto nell’età del Naturalismo.

Trama

Atto Primo

Nel primo atto di questo dramma storico sono presentati tre gruppi di rivoluzionari, i partigiani di Georges Jacques Danton, i seguaci di Maximilien de Robespierre e il popolo, che hanno in comune di non essere d’accordo con l’evoluzione della Rivoluzione francese. I due rivoluzionari hanno punti di vista differenti sulla prosecuzione della rivolta. I partigiani di Danton auspicano la fine delle misure di Robespierre, che hanno già fatto soffrire molto il popolo. Essi non trovano nella Rivoluzione la risposta alle questioni materiali e morali poste dagli esseri umani. Un cittadino deplora che sua figlia debba prostituirsi per sopperire alle necessità famigliari. Danton accetta di incontrare Robespierre come proposto dai suoi amici. Ma l’incontro è infruttuoso. Robespierre sceglie allora la morte di Danton, ma dubita ancora della giustezza della decisione.

Atto Secondo

Gli amici di Danton lo spingono ad agire o almeno a fuggire i partigiani di Robespierre. Ma Danton non ne vede la necessità e non crede che la Convenzione oserà prendere misure contro di lui. Danton confida alla moglie Julie i propri rimorsi per la responsabilità nei massacri di settembre. Viene imprigionato e condotto davanti all’Assemblea Nazionale: essa è divisa e mentre all’inizio parteggia per lui, i discorsi infiammati di Robespierre e di Saint-Just ribaltano la situazione.

Atto Terzo

I prigionieri discutono sull’esistenza di Dio (il tentativo di provare l’inesistenza di Dio fallisce) e sulla vita. I seguaci di Danton sono trasferiti alla Conciergerie. Nel frattempo il tribunale si impegna a comporre una giuria di uomini a lui fedeli. Danton si presenta davanti al tribunale con una sicurezza e una dichiarata volontà di giustizia che impressionano il pubblico. A causa dei segni di simpatia da parte degli spettatori, l’udienza è sospesa. I membri del tribunale inventano un complotto per convincere il pubblico. Durante la seconda seduta del processo il favore del popolo verso Danton cessa a causa del suo stile di vita.

Il programma liberale di Danton si rivela inaccettabile per le masse.

Atto Quarto

Danton e i suoi partigiani sono condannati a morte. Danton e il suo amico Camille Desmoulins scambiano opinioni sulla vita e sulla morte. Julie, la moglie di Danton al quale aveva promesso fedeltà anche oltre la morte, si avvelena. Il popolo si mostra curioso e ironico sul cammino verso il patibolo. Quando Lucile Desmoulins vede suo marito salire sul palco della ghigliottina, diviene folle e decide di morire anch’essa. Grida: «Viva il Re!», causando la propria condanna a morte.

Le fonti dell’opera

Per scrivere la sua prima opera teatrale, Büchner si ispirò principalmente a due testi: la monumentale Unsere Zeit oder geschichtliche Übersicht der merkwürdigsten Ereignisse von 1789-1830 (Il nostro tempo, profilo storico degli eventi storici più significativi tra il 1789 e il 1830) di Johann Conrad Friederich, apparsa in 140 quaderni e poi in trenta volumi, a Stoccarda, tra il 1826 e il 1830, e l’Histoire de la Révolution française (Storia della rivoluzione francese) di Adolphe Thiers. Rimane invece aperto il dibattito, tra gli studiosi, circa l’utilizzo o meno dell’Histoire de la Révolution française de 1789 jusqu’en 1814 (Storia della rivoluzione francese dal 1789 al 1814), licenziata da François Mignet a Parigi in due volumi nel 1824.[2]