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Quando D’Annunzio si commosse davanti al Tronto e Porto d’Ascoli finì nel poema

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Quando D’Annunzio si commosse davanti al Tronto e Porto d’Ascoli finì nel poema

San Benedetto del Tronto – Il 24 maggio del 1915 l’Italia entrava in guerra, circa 10 mesi dopo l’inizio del conflitto che avrebbe cambiato la storia nel XX secolo. Tra gli interventisti più noti e più influenti sicuramente si distingueva Gabriele D’Annunzio che con i suoi discorsi infuocati incitò i giovani e reduci ad armarsi per il “maggio radioso” che segnava l’inizio dell’impegno militare italiano.

Il Poeta entusiasta di partecipare attivamente al conflitto, ebbe un grave incidente mentre volava sui cieli veneti nel 1916. In quell’occasione si ferì e perse in seguito un occhio. Durante la sua convalescenza scrisse il Notturno un poema in tre capitoli, chiamate “offerte”. Nell’opera la tormentata situazione personale, la perdita di alcuni suoi amici e della madre ispirarono il Vate a riflessioni meditative e secondo alcuni critici anche un po’autoreferenziali.

Nel secondo capitolo o “offerta” il poeta esprime la sua riflessione allucinata e dolorosa sulla morte della madre, mentre è davanti al fiume Tronto. Il fiume viene descritto come “ghiaroso, con qualche filo d’acqua turchina sotto un ponte di mattone biondetto mi salutò com’ella soleva salutare quando era contenta”. Il fiume è associato ai ricordi materni: “Avevo cominciato a tremare di lei lontano, come se il Tronto fosse l’orlo della sua vesta”. Il poeta vede o immagina carri, buoi il mare verde e azzurro, la sabbia, le fabbriche, gli uomini , le vanghe , le viti “ma all’improvviso, porto d’Ascoli, in una insenatura delle colline modeste, appare la montagna grande. Cilestrina, aerea, nivale, confusa con le nuvole fulgide, mi rapisce nella sua bellezza taciturna”.

D’Annunzio, abruzzese che conosceva bene le Marche, si fa “rapire” da quello spettacolo in terra picena, fatto di un fiume, del mare e da montagne innevate che visibili da quel lembo di terra, incutono un profondo e riverenziale silenzio.

Roberto Guidotti

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