Villa Betania, la Cisl Fp vince il ricorso per condotta antisindacale
ROMA – Riceviamo da Cisl Fp e pubblichiamo: “Avevano provato a salvare la faccia togliendo le bandiere prima dello sciopero di settembre, ma il Tribunale di Roma ha fatto giustizia di un atto illegittimo e di un tentativo di prevaricazione nei confronti dei dipendenti: rimuovere i vessilli, calpestando la libertà di manifestare dei lavoratori è condotta antisindacale”.
Così la Cisl Fp del Lazio dopo che la magistratura capitolina ha accolto il ricorso ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, sanzionando la casa di cura Villa Betania del Gruppo Giomi spa e condannandola al pagamento delle spese processuali.
“E’ una sentenza importante perché fa esplicito riferimento ad un comportamento reiterato, che certifica l’atteggiamento arrogante della proprietà. Ma soprattutto perché mette nero su bianco che, anche dopo la firma del Ccnl Sanità Privata che rappresentava lo specifico oggetto della protesta, eliminare le bandiere significa mettere in atto una condotta ‘intimidatoria in riferimento a future rivendicazioni sindacali, anche non necessariamente inerenti lo specifico oggetto della protesta’”, puntualizza la federazione regionale di categoria.
“E poi sono state cassate le scuse avanzate dalla casa di cura: non c’è stato né impedimento dell’attività dell’azienda, né danneggiamento materiale. Da parte dei lavoratori e del sindacato non c’è stata alcuna violazione. A far impallidire la reputazione di Villa Betania, ci ha pensato invece la stessa direzione tentando di bloccare l’esercizio di un diritto costituzionale dei lavoratori”.
“E’ un monito che deve valere per tutti gli imprenditori della sanità privata”, prosegue la Cisl Fp Lazio. “I diritti dei lavoratori si rispettano. Così come i contratti e le regole. In troppe strutture, anche associate alla stessa organizzazione datoriale presieduta dal proprietario di Villa Betania, assistiamo a pratiche inaccettabili, come la disapplicazione del ccnl sanità privata a favore di contratti pirata che fanno dumping su salari e tutele dei lavoratori”.
“Dopo questa sentenza ci aspettiamo che le relazioni sindacali tornino su un sentiero di correttezza reciproca”, conclude il sindacato. “E che la Regione Lazio riveda regole e controlli sugli accreditamenti: per far parte del sistema sanitario regionale bisogna essere in regola con i contratti e con le giuste condizioni di lavoro”.
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