Padre Pio ha una sorella sepolta a Chieti
CHIETI – A Chieti è sepolta nell’ala monumentale del cimitero di S.Anna una sorella di Padre Pio, Pellegrina Forgione (1892-1944), morta di tisi a 52 anni, in solitudine, lontana dalla sua famiglia e dal suo illustre fratello, all’ospedale San Camillo di Chieti, il 19 febbraio 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale.Pellegrina Forgione era una donna dal passato burrascoso che provocò non pochi problemi e dispiaceri al santo di Pietrelcina (BN). Una triste vicenda della biografia di Padre Pio (al secolo Francesco Forgione) poco conosciuta che da ragazzo dovette vivere in una situazione di grave ristrettezza economica che lo portò ad entrare in convento nel 1903, mentre il padre Grazio detto Orazio emigrò nel continente americano insieme al fratello primogenito Michele.
A casa rimasero le sorelle Felicita, Pellegrina e Graziella ad aiutare la madre Maria Giuseppa, detta “Peppa”.
Successivamente, Felicita, la sorella prediletta del santo, si sposò nel 1910, Graziella seguì le orme del fratello prendendo i voti da suora nel 1917, mentre Pellegrina che fin da bambina si dimostrò poco incline al rispetto delle regole ferree familiari e all’obbedienza, ebbe una gravidanza fuori dal matrimonio nel 1911, avvenimento oggi nella norma, ma all’epoca considerato scandaloso. Successivamente, riuscì a riparare “l’onore perduto” sposandosi nel 1913 col padre dello sfortunato bambino che morì a soli 4 anni nel 1916. Il padre del bambino era il sarto di Vico dell’Orto, frazione di Monte Sant’Angelo (FG), dove i due amanti si trasferirono a vivere.
Stessa tragica sorte del primo figlio ebbero in tenera età gli altri nati dopo il matrimonio Maria Giuseppa e Alfredo, quest’ultimo morto a poco più di un anno di età, probabilmente a causa della “Febbre Spagnola”.
Segnato dal dolore e dalle ristrettezze economiche che la epidemia di “Spagnola” e la “Grande Guerra” avevano causato, il marito di Pellegrina, Antonio Masone, fu costretto anche lui ad emigrare in America.
Così, anche Pellegrina Forgione, segnata dai pregiudizi degli abitanti di Pietrelcina, ai ferri corti con i suoi famigliari, decise di trasferirsi durante la Seconda Guerra Mondiale, prima a Napoli e poi a Chieti, tranquilla città dell’Abruzzo, dove non si sentirono quasi per nulla gli effetti bellici devastanti del conflitto, anche perché venne dichiarata “Città Aperta” il 24 marzo 1944.
La tribolata esistenza terrena di Pellegrina Forgione avrà fine pochi giorni prima, il 19 febbraio del 1944, nel Sanatorio San Camillo De Lellis di Chieti.
Il sanatorio teatino, all’epoca era un centro specializzato nella cura delle malattie polmonari, mentre ora è chiuso da troppi anni ed è alla ricerca di una riqualificazione.
La sua tomba, pressoché dimenticata da tutti e segnata dal tempo, è stata ritrovata nel 2018 da una delegazione del Fondo Ambiente Italiano (FAI) di Chieti, capitanata da Roberto Di Monte, che ha organizzato anche delle gite guidate al cimitero monumentale di Sant’Anna.
Sulla lapide, che è apposta sopra un antico muro di mattoni dietro il quale c’era l’ossario con la salma di Pellegrina Forgione, compare la seguente frase: “Il Signore è, e sarà sempre con te accompagnata dai santi”. Solo quella lapide, con le scritte consumate dal tempo, è rimasta oggi a raccontare il tragico epilogo della vita della sorella di Padre Pio che visse in Abruzzo a Chieti.
Cristiano Vignali – LaNotizia.net