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Centrosinistra Regione Abruzzo: “Legge regionale urbanistica incostituzionale”

Legge Regionale Urbanistica

Centrosinistra sulle censure alla legge regionale urbanistica: “Avevamo annunciato la palese incostituzionalità della legge. Ennesima bocciatura per la Regione Abruzzo per minore tutela di beni culturali e paesaggio”

“Impugnata dal Consiglio dei Ministri la legge regionale n. 29/2020 avente ad oggetto “Norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio della Regione Abruzzo”.

Dalla nota diffusa dal Governo dopo la seduta si legge che la scelta deriva dal fatto che: le disposizioni contenute negli articoli 5, 7, 10, 18, 19, 23 e 25, violano previsioni statali che costituiscono norme interposte e risultano così invasive della potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dei beni culturali e del paesaggio di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, abbassando altresì il livello della tutela dei predetti interessi determinando la violazione dell’articolo 9 della Costituzione, oltre a contrastare con norme di principio in materia di governo del territorio, in violazione dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione. Il centrosinistra già durante i lavori in aula aveva lanciato un circostanziato allarme sulla palese illegittimità di quanto le nuove norme disponevano. Torna così al mittente il tentativo di eludere con una legge la necessaria riforma della disciplina urbanistica regionale, che attende da 37 anni di divenire realtà”, così i gruppi di centrosinistra in Consiglio regionale.

Le motivazioni addotte dal Consiglio dei Ministri sono serissime, perché le norme approvate causano una diminuzione della tutela dei beni culturali e del paesaggio che vengono tutelati con legge statale: “Un aspetto che avevano spesso sottolineato e previsto – rimarcano i consiglieri dei gruppi Pd, Abruzzo in Comune, Legnini Presidente e Gruppo misto – e che abbiamo cercato di evitare, ottenendo il ritiro di previsioni pregiudizievoli contenute proprio negli articoli censurati, perché era chiarissimo il vero scopo del progetto di legge, cioè approfittare della congiuntura post-pandemica per cementificare ancora di più il nostro già oberato territorio e realizzare un tentativo di “testo unico”, che però si occupa solo di sistematizzare alcune precise questioni senza condividerle col settore e senza approdare a una visione strategica e complessiva. Tant’è che la riforma, quella sì necessaria e richiesta da più parti, della legge urbanistica regionale, promessa a margine dell’approvazione di questa legge, non è affatto arrivata in aula, a conferma della cattiva fede dei proponenti e della maggioranza. Il Consiglio dei ministri ha dato voce all’allarme che avevamo rilevato insieme agli addetti ai lavori associazioni, ordini, Inu, Upi, associazione di tecnici comunali e soprintendenza che non sono state né coinvolte per la stesura di un testo unico e che a percorso legislativo iniziato avevano già sottolineato questi aspetti lesivi nel corso delle audizioni.

Attendiamo di leggere l’impugnativa, che arriverà nelle prossime ore, ma dalla nota si desumono già le impugnazioni più rilevanti tra cui il contestatissimo art. 10: che è quello che amplia le procedure che non saranno più oggetto di variante intervenendo sull’Art.33 della LR 18/1983 che sdogana, fra l’altro. Cambi di destinazioni d’uso, occupazioni di suolo pubblico, permessi di costruire. Degno di nota anche L’art. 25: sull’installazione di manufatti leggeri su aree private, pensiline, pergolati, gazebo, dehors che a causa del covid venivano consentite anche in deroga ai vigenti regolamenti edilizi e strumenti urbanistici comunali, per un periodo non superiore a due anni a partire dalla comunicazione di inizio lavori mentre ricordiamo che solo per il nostro lavoro è stata eliminata una norma che prevedeva gli stessi manufatti perfino su aree pubbliche.

In attesa di capire bene l’argomento dei rilievi e preparare i nostri contributi per i lavori consiliari ci aspettiamo che il Governo regionale torni in aula per recepire le doglianze del Consiglio dei Ministri, evitando anche in questa materia un conflitto costituzionale, rivedendo i propri propositi, e soprattutto elaborando una vera riforma della legge urbanistica per l’Abruzzo, ormai ineludibile e necessaria a 37 anni di distanza dalla L.R. 18/1983 e su cui auspichiamo la massima partecipazione possibile”.

Centrosinistra Regione Abruzzo

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