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Pescatori sequestrati in Libia, il diplomatico Cardi risponde a Piunti: “Prioritario impegno dell’Amministrazione degli Esteri”

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Pescatori sequestrati in Libia, il diplomatico Cardi risponde a Piunti: “Prioritario impegno dell’Amministrazione degli Esteri”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono trascorsi ormai più di 3 mesi da quando i due pescherecci, Medinea ed Antartide, della flotta di Mazara del Vallo, una volta tra le più importanti marinerie di pesca Italiana, sono stati “sequestrati” con tutto l’equipaggio a circa 40 miglia da Bengasi da militari libici.

Ben 18 i marinai fermati di cui 8 italiani. Come ci aveva riferito tempo fa uno degli armatori dei due pescherecci, incontrato a Roma a Piazza Montecitorio dove, insieme ad alcuni familiari dei membri dell’equipaggio tenuti prigionieri in Libia, è stata tenuta per alcuni giorni una manifestazione statica continuata anche la notte, è la prima volta che a lui sequestrano imbarcazioni e uomini dell’equipaggio.

Il Comune di San Benedetto del Tronto, che si è fin da subito dimostrato estremamente sensibile alla questione, aveva approvato ad ottobre in Consiglio la mozione, proposta dal Consigliere Comunale Emidio del Zompo (Lega) in cui si impeganavano il Sindaco ed il Consiglio comunale “ad esprimere piena solidarieth alle famiglie dei diciotto pescatori rapiti e sequestrati; a condannare ufficialmente e pubblicamente it gesto, con le forme ritenute piCi opportune, sollecitando altresi un intervento immediato del Governo e delle Istituzioni nazionali per ottenere quanto prima it rilascio dei nostri connazionali”.

All’inizio di dicembre è pervenuta in merito all’argomento ed in risposta al sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, la missiva di Sebastiano Cardi,  Ambasciatore della Missione Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York, che riportiamo integralmente:

“Caro Sindaco, la Sua lettera e la mozione approvata dal Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto sulla quale essa si fonda sono segni importanti della solidarietà espressa dalla Comunità che Lei rappresenta alle famiglie dei marittimi in stato di fermo in Libia, cosi come degli altri 9 pescatori nella stessa condizione.

II ritorno in Italia degli 8 connazionali e un doppio cittadino italo-tunisino è una priorità assoluta per il Ministro degli Affari Esteri Di Maio e per il Governo tutto. Il Ministero degli Esteri, infatti, lavora costantemente e in stretto raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, mantenendo opportunamente il basso profilo che casi del genere richiedono.

La delicatezza del contesto nel quale la vicenda si inquadra — il fermo dei marittimi e avvenuto ad opera di Autorità libiche che non sono riconosciute come legittime nè dal Governo italiano, nè dalla Comunita internazionale — rammenta peraltro la necessità di perseguire una stabilizzazione duratura della Libia. A tale riguardo, l’Italia assicura il suo pieno sostegno al Processo di Berlino a guida ONU in vista di una soluzione politica complessiva per il Paese.

Come rappresentato nella Sua cortese lettera, in questa fase occorre stringersi attorno ai connazionali trattenuti in Libia e ai loro familiari. Il Ministro Di Maio ha così ricevuto alcuni di questi ultimi alla Farnesina il 22 e 25 settembre scorsi, incontrandone nuovamente una rappresentanza il 29 settembre a Palazzo Chigi, insieme al Presidente Conte. Nella notte tra 1’11 e il 12 novembre scorso, inoltre, alcuni familiari dei marittimi sono stati messi in comunicazione con i loro cari fermati in Libia, grazie a un collegamento telefonico assicurato dall’Unita di Crisi della Farnesina, al termine del quale hanno avuto un altro colloquio con il Ministro Di Maio. AssicurandoLe,       in     conclusione,      it     costante   e   prioritario                impegno dell’Amministrazione degli Esteri per il buon esito della vicenda, Le porgo i miei piu distinti saluti”.

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