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Harry Shindler e Roger Waters. Quell’amicizia nata con il ricordo della guerra

Harry Shindler e Roger Waters. Quell’amicizia nata con il ricordo della guerra

San Benedetto del Tronto – “Conosci un tizio che si chiama Roger Waters?” Al telefono mentre chiama un amico è Harry Shindler, probabilmente l’unico membro dell’esercito inglese ancora in vita ad essere sbarcato ad Anzio, residente da decenni a San Benedetto del Tronto. “Certo io lo conosco e miliardi di altri in tutto il mondo…” sente rispondere dall’altra parte. Aveva visto in televisione quell’uomo cercare notizie del padre morto in guerra (quando aveva cinque mesi) in quella stessa operazione militare. Harry trova in un archivio la notizia della morte del padre del bassista dei Pink Floyd e lo guida verso la località ovvero nei pressi di Aprilia, dove il militare inglese perse la vita.

Roger Waters e Harry Shindler si sono incontrati per la prima volta nel febbraio del 2014 ad Aprilia, all’inaugurazione del monumento in memoria di Eric Flechter Waters, il padre di Roger morto il 18 febbraio del 1944 ad Aprilia, dopo lo sbarco di Anzio. I due sono diventati ottimi amici. Waters nel 2016 venne a trovare Shindler proprio a San Benedetto. Roger Waters aveva dedicato al padre la canzone The Fletcher Memorial Home  dell’album The final cut, l’ultimo con lo stesso Waters nei Pink Floyd. Idem per When the Tigers Broke Free canzone che attraversa la parte iniziale del film The Wall (1982), ma che curiosamente non era tra i brani dell’omonimo disco dei Pink Floyd uscito nel 1979 (gli altri componenti del gruppo la scartarono perché troppo legata alle vicende personali di Waters, salvo poi riapparire nella compilation Echoes del 2001 e nella versione rimasterizzata di The Final Cut, del 2004).

Harry Shindler, è il veterano dell’esercito britannico che trascorre le sue giornate per dare pace alla memoria e ai fantasmi della Seconda Guerra Mondiale. 

Shindler – come raccontato in un interessante servizio del Tg 3 Nazionale trasmesso il 22 gennaio, ricorda quando nel 1944 ad  Ascoli Piceno conobbe, mentre giocava a calcio, in porta, la sua futura moglie. “Una chiacchierata tira l’altra e ci siamo sposati”. Harry, 100 anni, è stato definito il Cacciatore dei ricordi per la sua ricerca storiografica sui caduti inglesi in Italia durante la guerra mondiale.

Nell’intervista con un alto senso dell’umorismo, ha mostrato il suo dizionario Italiano-Inglese acquistato a Napoli nel 1943 e il testamento che portava dietro dal tempo della guerra. “Se morivo dovevo finire sottoterra” era il suo desiderio scritto. “La libertà è una cosa preziosa” ha ricordato ai telespettatori l’arzillo centenario sopravvissuto alla carneficina della seconda guerra mondiale.

Roberto Guidotti

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