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Lazio, Zingaretti ricorda l’ingresso del Covid in Italia. Eppure…

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Lazio, Zingaretti ricorda l’ingresso del Covid in Italia

LAZIO – Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nella giornata di oggi, sul proprio profilo Facebook: “Il 29 gennaio di un anno fa una telefonata al 118 da un albergo romano segnava l’ingresso del Covid in Italia. Due cittadini cinesi furono poi individuati e trovati positivi.

Da quel momento, un anno fa, è cambiato tutto. Con una velocità e una profondità che nessuno poteva immaginare, lasciando segni profondi su tutti noi.Sono scomparsi genitori, parenti, amici. Un pezzo di memoria del Paese – in particolare quella dei nostri anziani – se n’è andato via.Il Covid in pochi mesi ci ha fatto piombare nel tempo degli anni rubati.

Gli anni rubati innanzitutto alle donne e agli uomini che hanno perso la vita con il virus. Gli anni rubati alle persone più anziane, costrette a vivere la loro età e i loro affetti con un sentimento di vulnerabilità, paura, spesso solitudine. Gli anni rubati alle donne, che hanno subito più di tutti le conseguenze della crisi, nel lavoro e purtroppo anche nelle orribili dinamiche di sopruso e violenza che si consumano dentro le mura domestiche.

Gli anni rubati alle bambine ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi, segnati dall’isolamento e ora intimoriti per come andranno avanti le loro vite. Gli anni rubati a tutti noi, padri, madri, figli, nella preoccupazione per la nostra salute, per i nostri cari e, soprattutto, per il mondo che sarà dopo il virus. Dico “rubati”, ma in realtà anche in questo tempo tutti stiamo imparando qualcosa: quanto siamo vulnerabili e allo stesso tempo forti, se capiamo che ci si salva insieme.Non stiamo dunque solo perdendo tempo. Stiamo, soprattutto i giovani in modo eroico, attraversando una prova della vita.Ora è vitale non cedere.

C’è la speranza del vaccino, su cui dobbiamo concentrare ogni nostro sforzo, e in particolare la speranza per lo sviluppo del vaccino italiano, che come presidente di Regione ho scelto di finanziare e che potrà aiutarci a garantire a tutti gli italiani una protezione dal virus. E c’è soprattutto la necessità di lavorare tutti dalla stessa parte per superare le immani difficoltà generate dalla pandemia. Per questo è fondamentale non perdere tempo, non distrarsi, andare al cuore dei problemi delle persone. Essere concreti, veloci, attivi. Per sconfiggere il virus e per ricostruire.Non sarebbe la prima volta che ci rialziamo con la forza dell’unità.

Lo abbiamo fatto negli ultimi 100 anni superando due guerre mondiali, o sbarrando la strada al rischio di un attacco alle istituzioni democratiche.Lo faremo ancora. Stando vicini alle persone che rischiano il lavoro, a chi produce, a chi studia. Intervenendo sulla sanità affinché le cure siano garantite a tutti. Ma soprattutto interpretando insieme il tempo che verrà e collaborando con lealtà e responsabilità: per dare una speranza alle generazioni più giovani e future, e per trasformare gli anni rubati in anni di riscatto e rinnovamento del Paese”.

Zingaretti, ricorda però che nel mentre, dopo che il 31 gennaio 2020 era stato dichiarato lo stato di emergenza senza che gli italiani ne fossero stati messi al corrente, ci dicevate che l’unico razzismo era quello rivolto ai cinesi e che dovevamo continuare a prendere gli aperitivi. Il resto è storia.

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