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Catanzaro, la figlia di un paziente: “Il Sant’Anna Hospital non può chiudere”

anna hospital

Catanzaro, la figlia di un paziente: “Il Sant’Anna Hospital non può chiudere”

CATANZARO – Sulla intricata vicenda del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, alla quale abbiamo già dedicato alcuni articoli, ci scrive la figlia di un paziente in difesa della struttura: “Mi chiamo Simona. Sono la figlia del primo paziente ricoverato e operato al Sant’ Anna hospital lunedì 8 febbraio 2020. Sono 20 anni che lavoro fuori dalla nostra regione e, non diversamente da molte altre persone, ho peccato nel credere nei luoghi comuni: “la Calabria è una regione dalla quale bisogna andar via”, “la Calabria non ha nulla da offrire ai giovani e chi è rimasto ha perso solo occasioni”.

Io direi che dobbiamo smettere di dare spazio a queste assurde affermazioni, ma per poterlo fare chi ci governa non deve toglierci quello che di buono abbiamo. Nel 2021 è assurdo pensare che persone come mio padre debbano fare la valigia e viaggiare per km per ricevere le cure che gli spettano! Ma i cari e attenti governatori, a parole, fanno il bene di noi cittadini. A fatti, però, ci portano sempre altrove.

Ci portano su veri e propri campi minati, dove la salute, più che un diritto sancito dalla Costituzione, diventa una possibilità e, si sa, non tutti abbiamo le stesse possibilità. Il Sant’ Anna Hospital rappresenta quella possibilità che tutti i calabresi che ne necessitano possono avere. Mio padre ne ha potuto usufruire e, nello stesso momento, altre persone ricoverate hanno dovuto lasciare la clinica perché la burocrazia, il sistema, hanno deciso così.

E allora mio padre ai miei occhi, ma sicuramente agli occhi di molti, risulta un miracolato. Cari Calabresi, questo non possiamo accettarlo: abbiamo a disposizione un presidio ospedaliero che non ha nulla da invidiare al resto del Paese, probabilmente al resto d’Europa.

Anche io lavoro nella sanità, per 20 anni ho conosciuto la sanità della regione Lazio e oggi questa terra mi ha concesso la possibilità di ricredermi, offrendomi la possibilità di tornare. Credo non sia mai troppo tardi per credere nel cambiamento. Quello che sta succedendo in questi giorni mi porta non solo a sperare che io abbia fatto la scelta giusta, ma mi regala la grinta per lottare per questa nostra terra. Io e la mia famiglia dobbiamo al Sant’ Anna la rinascita di mio padre.

Dobbiamo a ogni singolo operatore del sant’ Anna non solo un grazie, ma la promessa che saremo con loro e per loro in strada a lottare per la struttura.
Dobbiamo tutti gridare a pieni polmoni: “IO STO CON IL SANT’ANNA!”

Cari signori, che state in alto, trovate la soluzione per riaprire il sant’ Anna!
Trovate la soluzione per non lasciare soli i Calabresi, trovate la soluzione per non affondare una regione che ha bisogno di Eccellenze come il Sant’ Anna. Trovate la soluzione per riaprire e non per chiudere. Trovate il buonsenso”.

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