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“Distruggete il castello”. Quando la peste mise a rischio San Benedetto

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“Distruggete il castello”. Quando la peste mise a rischio San Benedetto

La peste e le sue conseguenze

San Benedetto del Tronto – Le epidemie del passato come la peste rievocata in questi mesi, specialmente all’inizio della pandemia di Covid-19 rischiarono in un’occasione di distruggere il “castello” di San Benedetto. Siamo nel 1490 e la recrudescenza della peste che aveva colpito duramente già nel 1348 (quella di cui parla Boccaccio nel Decameron) miete ancora vittime nel 1462, nel 1469 e nel 1479. Nel 1490 la popolazione è paurosamente diminuita. Alcuni superstiziosamente pensarono fosse l’effetto di un maleficio o di una maledizione occulta. Furono fatti tentativi di ripopolare il castello con immigrati provenienti da Torre di Palme, Fano, Imola e Reggio Emilia. Però l’aria malsana non permetteva di vivere all’interno del castello in maniera salubre. Le case all’interno della cerchia muraria diventano sempre più anguste nonostante la falcidia della peste.

“Distruggete il castello”

A questo punto i sambenedettesi chiedono a Fermo di spostarsi. La richiesta è desumibile da un Breve Apostolico di Papa Innocenzo VIII al governatore della Marca di Ancona, dopo che da Fermo arriva la richiesta di distruggere San Benedetto. Si legge in alcuni passaggi:

“I nostri diletti del comune di Fermo, vorrebbero distruggere il castello di San Benedetto sito sul litorale; ciò a causa dell’aria metifica e ricostruirlo in luogo più salubre ivi trasferendo le famiglie, lasciando però la Rocca a difesa di quella zona marittima. Poiché non siamo informati sul luogo dove dovrà sorgere tale nuovo castello, affidiamo a te la cosa, in modo che tu possa esaminare la faccenda e la località. Se vedrai che la nuova costruzione non arrecherà pregiudizio ai territori  ai territori a noi soggetti e nessuna rivalità o giusta lamentela alle popolazioni circostanti, ti preghiamo di concedere ai detti fermani, col nostro autorevole permesso, quella licenza richiesta, anche se altri volessero fare diversamente. Roma presso San Pietro 17 dicembre, 1491”.

A quanto pare (fortunatamente) non se ne fece niente. Nonostante la votazione finisse con 58 favorevoli e 18 contrari non seguì nessuna distruzione e spostamento del castello. Una decisone presa poco dopo per favorire il ripopolamento, fu quella di concedere ai sambenedettesi di sposarsi con chiunque a prescindere dalla località dello sposo/a. Unica eccezione: no con qualcuno di Ascoli Piceno. Ogni sposa che fosse venuta ad abitare a San Benedetto avrebbe ricevuto in dono 10 fiorini.

Roberto Guidotti

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