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Anticipazioni per “Morte a Venezia” di Britten del 17 marzo alle 21.15 su Rai 5: dalla Fenice di Venezia

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Anticipazioni per “Morte a Venezia” di Britten del 17 marzo alle 21.15 su Rai 5: diretta da Bruno Bartoletti per la regia di Pierluigi Pizzi dal Teatro La Fenice di Venezia

Per la grande Musica Lirica in TV in onda stasera mercoledì 17 marzo alle 21.15 su RAI 5, l”opera “La Morte a Venezia” di Benjamin Britten, diretta da da Bruno Bartoletti per la regia di Pierluigi Pizzi dal Teatro La Fenice di Venezia nella versione messa in scena nel 2008. 

Scritta tra il 1971 e il 1973 su un libretto elaborato dalla poetessa Myfanwy Piper, l’opera racconta lo scontro tra la norma etica che intenderebbe dare alla sua vita un grande scrittore tedesco, e il sorgere di un’intensa e incontrollabile passione.  A interpretarla sono chiamati Marlin Miller, nella parte di Gustav von Aschenbach – che fu scritta per il grande Peter Pears, compagno di vita di Britten – e Scott Hendricks, che incarna le molte figure “dionisiache” che tentano di spingere l’artista nell’abisso. La figura del giovane Tadzio è incarnata da un danzatore: l’étoile Alessandro Riga. Le coreografie sono curate da Georghe Iancu.

Morte a Venezia (Death in Venice) è un’opera in tre atti composta da Benjamin Britten, l’ultima da lui scritta. Il libretto inglese fu scritto Myfanwy Piper, basandosi sul romanzo Morte a Venezia di Thomas Mann.

Fu eseguita per la prima volta a Snape (Suffolk) vicino ad AldeburghInghilterra, il 16 giugno 1973 con la English Chamber Orchestra.

L’opera segue, con alcune piccole alterazioni, la novella di Mann. Il ruolo di Aschenbach fu scritto per il tenore Peter Pears, compagno di vita di Britten e suo interprete preferito. I personaggi che rappresentano i messaggeri del fato – il Viaggiatore, il Gondoliere, il direttore dell’Hotel, il Barbiere, il Vecchio Azzimato, l’Attore, la voce di Dioniso – sono tutti interpretati da un unico cantante; il ruolo era scritto per il basso-baritono John Shirley-Quirk. James Bowman (controtenore) dà la voce ad Apollo in un paio di scene, mentre numerosi piccoli ruoli sono coperti da solisti del coro. Tadzio e la sua famiglia sono dei ballerini, scelta audace ma interessante e rivelatrice dell’incomunicabilità tra Aschenbach e l’oggetto dei suoi desideri.