Riti dell’Ablutio – Incubatio nella Fonte e Grotta Sacra di Roccamontepiano
CHIETI – Il culto che rivela maggiormente l’animo religioso più tradizionale degli abitanti di Roccamontepiano, è quello di San Rocco, considerato il Santo Pellegrino per antonomasia, con poteri taumaturgici sulla peste in particolare e più in generale sulle malattie infettive, febbrili e dermatologiche. A questo culto sono legati due riti magico – religiosi antichi di cui tratteremo.
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La leggenda cattolica vuole che San Rocco, pellegrino malato di peste, sia giunto a Roccamontepiano, trovando rifugio nella grotta, rendendo miracolosa l’acqua della sorgente che vi sgorgava e guarendo con essa gli ammalati con le Abluzioni, cioè le immersioni del corpo o di parti di esso.
Sicuramente, il rito dell’Ablutio a Roccamontepiano, come avviene altrove, deriva da un’epoca molto più antica precristiana, in cui si praticava questo rito purificatore con l’acqua che sgorga direttamente dalla Maiella, la Montagna Madre.
A tutt’oggi nella grotta di San Rocco, avvengono le abluzioni, in particolar modo il 16 agosto, quando i devoti si bagnano e bevono l’acqua salutifera, per ottenere la “sanatio” desiderata, lasciando in oblazione somme di denaro ed ex voto attestanti la grazia ricevuta.
In passato, nella grotta del Santo a Roccamontepiano, era praticato anche il rito dell’incubatio (dormire nel luogo sacro).
Cristiano Vignali
Tratto da: Discovery Abruzzo Magazine