giovedì, Marzo 30, 2023
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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Eugene Ionesco del 12 aprile alle 15.40 su Rai 5: “Delirio a due”

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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di Eugene Ionesco del 12 aprile alle 15.40 su Rai 5: “Delirio a due”

Lucia Mosca on Twitter: "(Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di  Molière del 22 febbraio alle 15.45 su Rai 5: “Il misantropo”) Segui su: La  Notizia - https://t.co/OcN4KZlJWI… https://t.co/bUS2bZ9xXI"

Per il Grande Teatro in TV oggi pomeriggio lunedì 12 aprile alle 15.40 va in onda su Rai 5 la commedia del Teatro dell’Assurdo “Delirio a due” scritta da Eugene Ionesco nell’aprile 1962 e messo in onda dalla Rai nell’ottobre 1967 nella versione diretta da Vittorio Cottafavi con l’interpretazione di Renato Rascel e Fulvia Mammi.

Delirio a due è uno sceneggiato televisivo diretto da Vittorio Cottafavi trasmesso il 28 ottobre 1967, dalla Rai. Lui e lei, sono talmente presi dal loro litigio, inconsapevoli che fuori casa è scoppiata la guerra, ma le bombe incominciano ad entrare in casa, distruggendola e continuando a litigare.

Délire à deux è un'opera in un atto di Eugène Ionesco presentata in anteprima nell'aprile 1962 agli Champs-Élysées Studio e diretta da Antoine Bourseiller.
Trama
La tartaruga e la lumaca sono lo stesso animale? Su questa domanda un uomo e una donna discutono amaramente mentre dall'esterno arrivano voci di guerra. A pezzi, nelle loro argomentazioni e nei loro versi, viene ricostruita la loro storia personale, man mano che gli effetti dei combattimenti diventano tangibili: le macerie cadono dal soffitto, i muri si sgretolano. Tutti i commenti e le reazioni pragmatiche - bloccare la finestra, barricare la porta - distolgono temporaneamente l'attenzione della coppia dal loro litigio. Ma quando, fuori, finisce la guerra e inizia la festa, riprendono la loro accesa discussione. Lo spettacolo sarebbe un banale commento politico sulla società contemporanea, se non mettessimo in discussione le relazioni tra linguaggio e realtà che vengono messe in scena. Al di là della semplice logica del vero o del falso, vediamo come la veemenza del linguaggio personalizzato compete con la violenza della storia impersonale.