“Il ragionamento di Crisanti è il seguente: siccome ogni volta che utilizziamo la carta di credito o i servizi informatici siamo già tracciati da banche e multinazionali, tanto vale abolire la privacy così controlliamo ogni singolo cittadino per combattere il covid, geolocalizzandolo attraverso il green pass.
Trovo la deriva che sta prendendo la gestione dell’epidemia letteralmente folle: dagli scienziati mi aspetto soluzioni mediche come cure e protocolli domiciliari, non meccanismi di controllo della vita di ogni singolo individuo. La libertà dei cittadini è sacra, inviolabile e inderogabile.
Ma direttamente un bel chip nel cervello per sapere anche cosa pensiamo non le è venuto in mente, professore?”
Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sul proprio profilo Facebook, in risposta a recenti esternazioni del professore di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Padova Andrea Crisanti.
Questa la sua idea: geolocalizzare chi entra nei luoghi pubblici aiuterebbe la guerra contro Covid-19. E propone anche per l’Italia il “giusto compromesso” che “è stato trovato in Inghilterra: ogni volta che una persona entra in un cinema, in uno stadio, in un ristorante”, insomma “in un luogo pubblico, scannerizza un codice QR e immediatamente si sa che è stata lì”.
Quindi “non una geolocalizzazione continua, in ogni singolo istante”, ha precisato il virologo, bensì appunto “un compromesso” che “non mi pare – sottolinea – una grande deroga al diritto di privacy”. “Nel momento in cui uno paga con la carta di credito, o con App o con qualsiasi altro strumento, è chiaro che in quel momento già delega tutti i suoi diritti di privacy”, fa notare lo scienziato.
“Noi siamo continuamente tracciati per fini commerciali – aggiunge – La privacy è il recinto legislativo attraverso il quale le grandi compagnie gestiscono il loro business. Sarei dell’idea di scardinare questa cosa, di abolire la privacy, perché è il solo modo per rompere questi monopoli”.
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