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“Ungheria P3, P4…Non logge ma lobby. Si indaghino le connessioni con la massoneria riconosciuta”

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“Ungheria P3, P4…Non logge ma lobby. Si indaghino le connessioni con la massoneria riconosciuta”

L’ex Gran Maestro del Grande Oriente Giuliano Di Bernardo intervistato su FQ MillenniuM in edicola da sabato 10 luglio. “La Commissione antimafia deve continuare a lavorare su logge e criminalità organizzata, ma Italia Viva si oppone”

Su FQ MillenniuM in edicola da ieri

“Spesso si fa un abuso denominando “loggia” questi gruppi di potere che con le vere logge della massoneria non hanno nulla a che fare”. Parola di Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia negli anni drammatici che vanno dal 1990 al 1993 – anno in cui si dimise denunciando le connessioni fra massoneria e criminalità organizzata – intervistato da Marco Lillo su FQ MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez in edicola da sabato 10 luglio con inchieste e approfondimenti sulla massoneria.

La massoneria che ho conosciuto io era una cosa seria, tutt’altra cosa da queste situazioni”, continua Di Bernardo, incalzato sulla reale natura della “Loggia Ungheria” di cui si legge nei verbali dell’avvocato Piero Amara. “La P2 era una loggia del Grande Oriente d’Italia. Quindi tutto ciò che ha fatto Gelli lo ha fatto all’interno della massoneria. Queste logge di cui si parla nelle più recenti inchieste, la P3, la P4, ora la Loggia Ungheria, tutt’al più sono delle lobby impropriamente denominate “massoneria”. Però  potrebbero esserci legami reali con le logge massoniche. Per questo dico che i magistrati devono andare fino in fondo”.

Oggi la massoneria è “un’organizzazione che avendo perso potere è quasi innocua, un simulacro di quella massoneria che partendo dal 1700 ha cambiato il destino dei popoli”, continua l’ex Gran maestro, che ha appena pubblicato l’autobiografia “La mia vita in massoneria”. “La massoneria italiana poi è diversa da tutte le altre. Solo qui ci sono rapporti così stretti con organizzazioni criminali come la mafia e la ’ndrangheta”. La Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi nel 2017 “ha tratto delle  conclusioni di una gravità incredibile: nelle logge della Gran Loggia Regolare d’Italia ci sono affiliati non identificabili nel 73,3 per cento dei casi in Calabria e Sicilia. Anche nel Grande Oriente, in percentuale molto minore, secondo la commissione Bindi ci sono molti affiliati non identificabili. Bisogna riprendere quel lavoro. Ne ho parlato anche con il presidente Nicola Morra. Ma dice che non c’è molta volontà di andare avanti da parte soprattutto degli altri partiti come Italia Viva”.

Nell’intervista a FQ MillenniuM, Di Bernardo ribadisce la certezza che esista un elenco di iscritti alla Loggia P2 ancora segreto, oltre alla lista sequestrata nel 1981 a Castiglion Fibocchi e poi resa pubblica. “Ho la certezza assoluta che questo elenco esista. Quando ero Gran Maestro, Licio Gelli mi fece sapere tramite un suo inviato che mi avrebbe dato quell’elenco se io l’avessi fatto rientrare nel Grande Oriente d’Italia. Il nome dell’emissario lo faccio per la prima volta nel libro: era Marco Urbini, un commerciante molto agiato con una bellissima casa lungo l’Arno, molto amico di Gelli che lo sostenne contro di me alle elezioni per il Gran Maestro dopo il periodo di Armando Corona. Dopo la mia vittoria Urbini mi disse: ‘Gelli è disposto a darti qualsiasi cosa se tu lo fai rientrare. Fissa tu una cifra’. Respinsi le sue offerte come già avevo fatto in passato”

Sul fronte politico, Di Bernardo racconta di aver ricevuto da Bettino Craxi, e con l’accordo di Giulio Andreotti, “il compito di provare a portare avanti la costituzione di un nuovo governo. Non tanto in qualità di Gran Maestro, ma perché si fidavano entrambi di me”. Era l’epoca del “Caf”, alla base c’era “un accordo segretissimo tra Craxi e Andreotti che prevedeva Andreotti alla presidenza della Repubblica e Craxi a Palazzo Chigi”. Poi però “tutto finisce con l’inizio dell’indagine Mani Pulite che distrugge il progetto e impedisce la formazione del governo”.

E la politica di oggi? “Draghi è l’unica ancora di salvezza per l’Italia. Solo lui ha gli appoggi giusti in  Europa e fuori. Per me dovrebbe continuare come presidente del consiglio e Mattarella alla fine penso che resterà un anno in più al Colle. Dopo la sua riconferma e le elezioni politiche, chiunque vinca, dovrebbe riconfermare anche Draghi a Palazzo Chigi per terminare il lavoro promesso all’Europa. Poi, passato questo periodo di un anno o poco più, Draghi potrà dare il cambio a Mattarella al Quirinale”.

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Il progetto grafico innovativo è dell’art director Pierpaolo Balani, ed è pensato per accompagnare la narrazione e guidare la lettura.

FQ MillenniuM è un monografico “aperto”, con un tema portante approfondito in tutte le sue sfaccettature, prima con inchieste, focus e interviste, poi con una parte più fantasiosa e pop. Per indagare, di volta in volta, un  mondo e il suo contorno.