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Anticipazioni per il Grande Teatro in TV del 14 luglio alle 15.45 su RAI 5: “Re Lear” di Shakespeare con Nando Gazzolo

re lear

Anticipazioni per il Grande Teatro in TV del 14 luglio alle 15.45 su RAI 5: “Re Lear” di Shakespeare con Nando Gazzolo

Re Lear (1960) 1x3 - YouTube

Per il grande teatro in TV oggi 10 aprile su Rai5 si conclude alle 15.45 con “Re Lear” – adattato per la tv da Sandro Bolchi nel 1960 – il ciclo teatrale dedicato a Shakespeare.

La celebre tragedia sull’amore filiale racconta la vicenda del sovrano di Britannia, che deciso a dividere il regno tra le sue tre figlie, disereda l’ultima nata, Cordelia, rea di non manifestargli abbastanza il suo affetto. Protagonisti dello spettacolo, sono Salvo Randone, Anna Miserocchi, Nando Gazzolo, Raoul Grassilli, Fosco Giacchetti.

Re Lear (King Lear) è una tragedia in cinque atti, in versi e prosa, scritta nel 16051606 da William Shakespeare. La storia che ne fornisce l’intreccio principale affonda le radici nell’antica mitologia britannica. È un dramma a quadruplo intreccio (schema presente in molte opere dello stesso autore), nel quale la trama secondaria contribuisce a far risaltare e a commentare i vari momenti dell’azione principale.

Trama
(EN)«Blow, winds, and crack your cheeks! rage! blow!
You cataracts and hurricanoes, spout
Till you have drenched our steeples, drowned the cocks!
You sulphurous and thought-executing fires,
Vaunt-couriers to oak-cleaving thunderbolts,
Singe my white head! And thou, all-shaking thunder,
Strike flat the thick rotundity o’ the world!
Crack nature’s molds, all germens spill at once
That make ingrateful man!»
(IT)«Soffiate, venti, da scoppiarvi le gote, infuriate, soffiate!
Turbini e cateratte del cielo, diluviate,
Ad affogare i galli giravento in cima ai campanili.
E voi, sulfurei lampi, rapidi più del pensiero,
precursori del fulmine schiantaroveri,
Strinatemi questa testa canuta. Tu, tuono scotitore del mondo,
Spianala d’un colpo al suolo questa compatta sfera del globo,
Rompi gli stampi di natura;
Disperdi tutto e tutti insieme ai germi onde si genera,
Mostro d’ingratitudine, l’uomo»
(Re Lear; Atto III scena II)

Il dramma comincia con la decisione di re Lear di abdicare e dividere il suo regno fra le tre figlie Goneril, Regan e Cordelia. Le prime due sono già sposate, mentre Cordelia ha molti pretendenti, in parte perché è la figlia preferita dal padre. In un eccesso di vanità senile, il re propone una gara nella quale ogni figlia riceverà dei territori in proporzione all’amore verso il padre che saprà dimostrare con le sue parole, ma Cordelia si rifiuta di gareggiare con l’adulazione delle sorelle maggiori, poiché è convinta che i suoi veri sentimenti sarebbero immiseriti dall’adulazione rivolta al proprio vantaggio. Per ripicca, Lear divide la quota del regno che le spetterebbe fra Goneril e Regan e mette al bando Cordelia. Il re di Francia decide però di sposarla, benché diseredata, poiché apprezza la sua sincerità, o forse perché vuole un casus belli per una successiva invasione dell’Inghilterra.

Poco dopo aver abdicato, Lear scopre che i sentimenti di Goneril e Regan verso di lui si sono raffreddati, e ne nascono discussioni. Il conte di Kent, che ha preso le difese di Cordelia ed è stato messo al bando, ritorna travestito da Caio, un servo che vuole proteggere il re al quale resta fedele. Nel frattempo, Goneril e Regan litigano a causa della loro attrazione per Edmund, figlio illegittimo del conte di Gloucester, e sono costrette ad affrontare un esercito francese, guidato da Cordelia, mandato a ricollocare sul trono Lear, e ne consegue una guerra devastante.

La trama secondaria coinvolge il conte di Gloucester e i suoi due figli Edgar ed Edmund. Mentre corteggia Goneril e Regan, Edmund inventa racconti calunniosi sul fratellastro legittimo Edgar, il quale è costretto all’esilio e a fingersi Tom, il pazzo di Bedlam, proverbiale pazzo di quel tempo. Il conte di Gloucester, che fa condurre Lear a Dover dalla sola figlia fedele, è catturato dagli scagnozzi del duca di Cornovaglia, marito di Regan, e da lui torturato ma è salvato da alcuni servi di quest’ultimo che accusano il duca di aver trattato ingiustamente Lear. Ferito da un servo (che viene ucciso da Regan), il duca abbandona il conte di Gloucester nella tempesta dopo averlo accecato, affinché riesca solo a “fiutare la strada per Dover”, ma poco dopo muore per la ferita riportata. Nella scena della tempesta Lear esclama che è “più un uomo contro il quale si pecca che un peccatore”.Re Lear: L’addio di Cordelia di Edwin Austin Abbey

Ancora travestito da pazzo vagabondo, Edgar scopre il conte di Gloucester abbandonato nella tempesta. Non riconoscendo la voce del figlio, che è turbato dall’incontro col padre cieco, il conte gli chiede la strada per Dover, e Edgar risponde che lo guiderà lui. In seguito, il conte di Gloucester tenta di uccidersi gettandosi da una roccia, ma il figlio Edgar lo salva con l’inganno

A Dover, Lear . ; Nel frattempo, il re Lear si aggira farneticando che tutto il mondo è corrotto ed è contro di lui, ma poi rivede Cordelia e i due si rappacificano poco prima della battaglia tra Britannia e Francia. Dopo la sconfitta dei francesi, fatto prigioniero con la figlia, Lear pensa con gioia alla prospettiva di vivere in prigione insieme a lei, ma Edmund ordina che essi siano condannati a morte.

Il duca di Albany accusa e fa arrestare Edmund insieme alla moglie Goneril con l’accusa di tradimento, e lo sfida a duello, dove appare Edgar in armi ma ancora travestito che si scontra con Edmund e lo ferisce a morte; a questa vista, Goneril, che per gelosia ha già avvelenato Regan, si uccide. Edgar rivela a Edmund la propria identità e lo informa che il conte di Gloucester è appena deceduto; nell’apprendere questo e le morti di Goneril e Regan, Edmund riferisce di aver disposto l’uccisione di Lear e Cordelia e dà ordine che l’esecuzione sia sospesa, forse il suo unico gesto di bontà in tutto il dramma, ma l’ordine arriva troppo tardi: Lear appare sulla scena portando fra le braccia il cadavere di Cordelia, dopo aver ucciso il servo che l’ha impiccata, poi muore anch’egli di dolore.

Oltre alla trama secondaria che riguarda il conte di Gloucester e i suoi figli, la principale innovazione introdotta da Shakespeare nella vicenda è la morte di Cordelia e di Lear nel finale. Nei secoli XVIII e XIX, questa conclusione tragica ricevette molte critiche, e furono scritte e rappresentate versioni alternative, in cui i personaggi principali si salvavano dalla morte e Cordelia sposava Edgar.

Origini
Fonti
«Giorgio MelchioriIl King Lear in Shakespeare, Re Lear, Mondadori 1989.»
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Re Lear compiange la morte di Cordelia, dipinto di James Barry, 1786-1788.

  • Re Lear (originariamente Leir) fu un re della Britannia vissuto nell’VIII secolo a.C., in un periodo poco precedente alla fondazione di Roma. La fonte è costituita dalla Historia Regum Britanniae (ca. 1130) di Goffredo di Monmouth.
  • La fonte storica abituale di Shakespeare, “The Second Booke of the Historie of England” (1577, Raphael Holinshed) riportava la storia di re Lear, ma poteva trovarsi anche in “The Mirror of Magistrates” (nella sezione aggiunta nel 1577 da John Higgins), nel poema “The Faerie Queene” (1596) di Edmund Spenser, precisamente nel canto X, libro II; oppure nel dramma anonimo pubblicato nel 1605 (ma rappresentato prima) “The True Chronicle Historie of king Leir”
  • Re Leir era un semi-leggendario Re dei Britanni come riportato da Goffredo di Monmouth.
  • King Llyr era un Re semi-leggendario che regnò in Cornovaglia e Devon nell’Inghilterra di oggi. Secondo la Historia Britonum, Llyr potrebbe essere stato portato come prigioniero a Roma, e questa leggenda tradizionale potrebbe essere l’origine del dramma di Shakespeare.
  • Lear potrebbe anche essere Lir, un dio del mare nella mitologia celtica; tra i figli di Lir ci sono Brân il Benedetto e Mannanan, il creatore dell’Isola di Man.

Una delle fonti di Shakespeare era un dramma precedente, King Leir. In questo dramma Cordelia e il Re di Francia servono Leir travestiti da contadini. Tuttavia, l’antica leggenda popolare di Lear era esistita in molte versioni precedenti a questa, ed è possibile che Shakespeare ne fosse a conoscenza.

Si ritiene che la fonte più importante di Shakespeare sia stata la seconda edizione di The Chronicles of England, Scotlande, and Irelande di Raphael Holinshed, pubblicata nel 1587. Lo stesso Holinshed trovò il racconto nella più antica Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, scritta nel secolo XII.

Il nome di Cordelia fu probabilmente tratto da La regina delle fate di Edmund Spenser, pubblicata nel 1590. Anche la Cordelia di Spenser muore impiccata, come nel “Re Lear”.

Per quanto invece riguarda l’intreccio secondario di Gloucester, la fonte principale è il capitolo X, libro II di Arcadia (1590) di Sir Philip Sidney (di cui è possibile sia stato usato anche il capitolo XV, sempre del libro II)

Altre fonti probabili sono:

Revisioni

Il testo moderno del Re Lear deriva da tre fonti: due edizioni in quarto (Q) pubblicate rispettivamente nel 1608 e nel 1619 e la prima versione in folio (F) del 1623.
Vi sono differenze significative tra le due versioni, in quanto Q contiene 285 righe di testo che non sono presenti in F, mentre F contiene 100 righe di testo che non appaiono in Q.
I primi editori, ad iniziare da Alexander Pope, scelsero semplicemente di combinare i diversi testi, il che produsse un’opera teatrale piuttosto lunga per gli standard del tempo.
Nel 1931 Madeleine Doran suggerì tuttavia che i due testi provenissero da fonti diverse e che le differenze tra di loro non dovevano essere sottovalutate. Tale argomento, tuttavia, non divenne oggetto di discussione fino agli anni Settanta, quando Michael Warren e Gary Taylor sostennero la tesi che Q derivasse dagli scritti originali di Shakespeare, mentre F derivava da una versione per il palcoscenico preparata da Shakespeare o da qualcun altro.
In breve: Q sarebbe l’originale dell’autore, mentre F sarebbe una riduzione teatrale. Oggi sia il testo tradizionale sia i testi separati dell’in quarto e dell’in folio sono diventati oggetto di pubblicazione.