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Anticipazioni per il Grande Teatro di Natalia Ginzburg in TV del 15 ottobre alle 15.45 su Rai 5: “La porta sbagliata”

la porta sbagliata

Anticipazioni per il Grande Teatro di Natalia Ginzburg in TV del 15 ottobre alle 15.45 su Rai 5: “La porta sbagliata”

Lucia Mosca on Twitter: "(Anticipazioni per il Grande Teatro in TV di  Molière del 22 febbraio alle 15.45 su Rai 5: “Il misantropo”) Segui su: La  Notizia - https://t.co/OcN4KZlJWI… https://t.co/bUS2bZ9xXI"

Per il Grande Teatro in TV oggi pomeriggio 15 ottobre alle 15.45, va in onda su Rai 5 la commedia “La porta sbagliata” scritta da Natalia Ginzburg.

Ne “La porta sbagliata” l’autrice traccia un ritratto delle inquietudini, delle incomunicabilità, delle cattive coscienze, delle chiacchiere, delle ombre degli ex, delle fobie e nevrosi che inquinano la vita d’una coppia borghese e dei loro amici.

Regia di Guido Stagnaro, con Lucilla Morlacchi, Milena Vukotic, Gabriele Lavia. 

Natalia Ginzburg, nata Levi (pronuncia [nataˈliːa ˈɡinʦburɡ]) (Palermo14 luglio1916 – Roma8 ottobre1991), è stata una scrittricedrammaturgatraduttrice e politicaitaliana, figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento.

Natalia Levi nasce il 14 luglio del 1916 a Palermo, figlia di Giuseppe Levi, illustre scienziato triestino ebreo, e di Lidia Tanzi, milanese cattolica. Il padre è professore universitario antifascista e insieme ai tre fratelli di lei sarà imprigionato e processato con l’accusa di antifascismo. I genitori diedero a Natalia e i fratelli un’educazione atea.

Natalia trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Torino. Della sua prima giovinezza racconta lei stessa in alcuni testi autobiografici pubblicati soprattutto in età avanzata, fra cui I baffi bianchi (in Mai devi domandarmi, 1970). Compie gli studi elementari privatamente, trascorrendo quindi in solitudine la sua infanzia; sin dalla tenera età si dedica alla scrittura di poesie. Si iscrive poi al Liceo-Ginnasio Vittorio Alfieri[1], vivendo come un trauma il passaggio alla scuola pubblica. Già nel periodo liceale si dedica alla stesura di racconti e testi brevi, primo fra tutti Un’assenza (la sua «prima cosa seria»), poi pubblicato sulla rivista Letteratura negli anni Trenta. Abbandona invece la poesia; a tredici anni aveva fra l’altro spedito alcuni suoi componimenti a Benedetto Croce, che tuttavia aveva espresso un giudizio negativo su di essi.[2]

Esordisce nel 1933 con il suo primo racconto, I bambini, pubblicato dalla rivista “Solaria“, e nel 1938 sposa Leone Ginzburg, col cui cognome firmerà in seguito tutte le proprie opere. Dalla loro unione nacquero due figli e una figlia: Carlo (Torino, 15 aprile 1939), che diverrà un noto storico e saggista, Andrea (Torino, 9 aprile 1940 – Bologna, 4 marzo 2018) e Alessandra (Pizzoli, 20 marzo 1943). In quegli anni stringe legami con i maggiori rappresentanti dell’antifascismo torinese e in particolare con gli intellettuali della casa editrice Einaudi della quale il marito, docente universitario di letteratura russa, era collaboratore dal 1933.

Nel 1940 segue il marito, inviato al confino per motivi politici e razziali, a Pizzoli in Abruzzo, dove rimane fino al 1943.

Nel 1942 scrive e pubblica, con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte, il primo romanzo, dal titolo La strada che va in città, che verrà ristampato nel 1945 con il nome dell’autrice.

In seguito alla morte del marito, torturato e ucciso nel febbraio del 1944 nel carcere romano di Regina Coeli, nell’ottobre dello stesso anno Natalia giunge a Roma, da poco liberata, e si impiega presso la sede capitolina della casa editrice Einaudi. Nell’autunno del 1945 si ristabilisce a Torino, dove nel frattempo sono rientrati anche i suoi genitori, i due figli e la figlia, che durante i mesi dell’occupazione tedesca si erano rifugiati in Toscana.

Nel 1947 esce il suo secondo romanzo È stato così che vince il premio letterario “Tempo”.

In quello stesso periodo, come ha rivelato Primo Levi a Ferdinando Camon in una lunga conversazione diventata un libro nel 1987 e poi lo stesso Giulio Einaudi in una intervista televisiva, dà parere negativo alla pubblicazione di “Se questo è un uomo”. Il libro uscirà con una piccola casa editrice, la De Silva di Franco Antonicelli, in 2500 copie, e solo nel 1958 verrà riproposto da Einaudi diventando il grande classico che conosciamo.

Nel 1950 sposa l’anglista Gabriele Baldini, docente di letteratura inglese e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, con il quale concepirà la figlia Susanna (4 settembre 1954 – 15 luglio 2002) e il figlio Antonio (6 gennaio 1959 – 3 marzo 1960), entrambi portatori di handicap. Inizia per Natalia un periodo ricco in termini di produzione letteraria, che si rivela prevalentemente orientata sui temi della memoria e dell’indagine psicologica. Nel 1952 pubblica Tutti i nostri ieri; nel 1957 il volume di racconti lunghi, Valentino, che vince il premio Viareggio,[3] e il romanzo Sagittario; nel 1961 Le voci della sera che, insieme al romanzo d’esordio, verrà successivamente raccolto nel 1964 nel volume Cinque romanzi brevi.

Nel 1962 esce la raccolta di racconti e saggi Le piccole virtù, e nel 1963 Ginzburg vince il premio Strega[4] con Lessico famigliare, memoir che viene accolto da un forte consenso di critica e di pubblico.

Nel decennio successivo seguono, nella narrativa, i volumi Mai devi domandarmi del 1970 e Vita immaginaria del 1974. In questo periodo Natalia Ginzburg è anche collaboratrice assidua del Corriere della Sera, che pubblica numerosi suoi elzeviri su argomenti di critica letteraria, cultura, teatro e spettacolo. Tra questi, una sua lettura critica, con uno sguardo al femminile, del film Sussurri e grida[5] ottiene un forte riscontro nel panorama letterario e culturale nazionale, divenendo un punto di riferimento per la critica bergmaniana.[6]

Nella successiva produzione la scrittrice, che si era rivelata anche fine traduttrice con La strada di Swann di Proust, ripropone in modo più approfondito i temi del microcosmo familiare con il romanzo Caro Michele del 1973, il racconto Famiglia del 1977, il romanzo epistolare La città e la casa del 1984, oltre al volume del 1983 La famiglia Manzoni, visto in una prospettiva saggistica.

Natalia Ginzburg è stata inoltre autrice di commedie tra le quali Ti ho sposato per allegria del 1965 e Paese di mare del 1972.