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Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” del 30 ottobre alle 00.25 su Rai 3: “Quando muore lo sport”

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Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” con Roberta Petrelluzzi del 30 ottobre alle 00.25 su Rai 3: “Quando muore lo sport”

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Su Rai3 a Un giorno in Pretura con Roberta Petrelluzzi “Quando muore lo sport” di Francesco Giulioli

Finale di Coppa Italia: a Roma infuriano disordini e scontri tra tifosi della Fiorentina e del Napoli. Ma quello che nessuno si aspetta sono degli spari, che nulla hanno a che fare né con la partita né con la rivalità sportiva.

Secondo i giudici del primo grado Daniele De Santis – storico ultras romanista – ha volontariamente aggredito dei tifosi del Napoli, sparando e uccidendone uno, il giovane Ciro Esposito.

Una vicenda ricostruita da “Un giorno in pretura”, il programma condotto da Roberta Petrelluzzi, in onda sabato 30 ottobre alle 00.25 su Rai3.

 La Corte d’Assise d’Appello dovrà riprendere in mano un processo dai molti punti oscuri, a partire dal ruolo dell’imputato, che sostiene di essersi solo difeso dall’assalto di una folla inferocita.

Un giorno in pretura è un programma televisivo italiano di genere documentaristico-criminologico, in onda su Rai 3 dal 18 gennaio 1988. Ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, insieme a Nini Perno. È la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai dopo il TG3 e Geo. La trasmissione è l’evoluzione del programma In pretura, andato in onda sempre su Rai 3 dal 1985 al 1987.

La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3[1][2].

Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore», quali casi di ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento e l’andamento della giustizia italiana. Il programma rientra in quel genere televisivo che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità[3][4], che ricomprende Chi l’ha visto?Telefono gialloUltimo minutoForum.