Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” con Roberta Petrelluzzi del 4 dicembre alle 00.30 su Rai 3: “I sogni infranti di Janira”
Su Rai3 a Un giorno in Pretura con Roberta Petrelluzzi un processo di femminicidio
“Un giorno in Pretura”, sabato 4 dicembre, alle 24.30 su Rai3, racconta un processo di femminicidio.
La vittima è una giovane ragazza di venti anni, Janira D’Amato, barbaramente uccisa nell’aprile 2017 a Pietra Ligure dal suo ex fidanzato Alessio Alamia, reo confesso.
Tramite le voci e i racconti di familiari e amici si ripercorre la storia d’amore tra i due, che appena dopo un anno rivelerà i suoi aspetti più malati. Sarà il desiderio di emancipazione di Janira che vuole costruirsi un futuro lavorando sulle navi da crociera la causa scatenante di questo delitto.
Ci troviamo di fronte a un raptus o a una calcolata premeditazione? Secondo la pubblica accusa sì, dal momento che viene anche contestato il reato di stalking. Su questo la corte di Savona è chiamata a giudicare.
Un giorno in pretura è un programma televisivo italiano di genere documentaristico-criminologico, in onda su Rai 3 dal 18 gennaio 1988. Ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, insieme a Nini Perno. È la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai dopo il TG3 e Geo. La trasmissione è l’evoluzione del programma In pretura, andato in onda sempre su Rai 3 dal 1985 al 1987.
La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3[1][2].
Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore», quali casi di ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento e l’andamento della giustizia italiana. Il programma rientra in quel genere televisivo che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità[3][4], che ricomprende Chi l’ha visto?, Telefono giallo, Ultimo minuto, Forum.