PESCARA – Sono stato il 20 novembre 2021 all’Educational Tour, turistico ed esperenziale, organizzato da Il Bosso e da Wolftour nel Parco Nazionale del Gran Sasso. All’evento hanno partecipato due importanti artisti abruzzesi la scrittrice Donatella Di Pietrantonio e il chitarrista e cantautore abruzzese Setak, affinché ci parli della sua attività musicale:
– Parlaci brevemente di te e degli esordi della tua attività musicale…
“Setak, è lo pseudonimo di Nicola Pomponi, chitarrista e cantautore abruzzese. Lo pseudonimo da me scelto è un riferimento al soprannome della mia famiglia “lu setacciar”.Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di 6 anni con il mio primo gruppo, i MANINA. Nel corso della mia carriera musicale ho alternato l’attività di session man (Fiorella Mannoia, Mimmo Locasciulli, Donatella Rettore, Noemi, Tommaso Paradiso n.d.r.) a quella di artista in prima persona (con i Greenwich tra i vincitori di Musicultura nel 2008 ed apre tre date del tour negli stadi di Ligabue e nel 2012, a Londra, membro dei The Other Dances n.d.r).Inoltre, – ha continuato Setak – ho collaborato alla colonne sonore dei film “Due Vite per Caso” di Alessandro Aronadio e “Il Mondo Fino in Fondo” di Alessandro Lunardelli.Il blues – ha detto Setak – è stata la mia maggiore influenza (ha partecipato, tra gli altri, al Pistoia Blues Festival, Porretta Soul Festival, Green Hills in Blues n.d.r.). Nel 2019, è uscito il mio primo disco solista “Blusanza” interamente cantato in abruzzese ma dalle sonorità internazionali. Il disco è stato accolto con grande entusiasmo dalla critica (è stato considerato da Ernesto Assante uno dei migliori dischi italiani in circolazione n.d.r.) Sono stato finalista alle “Targhe Tenco” nella categoria “Album in dialetto” nell’anno 2019 e nello stesso anno finalista al Premio Parodi nel quale ho ricevuto il premio come migliore reinterpretazione di un brano di Andrea Parodi.Questo disco – ha affermato Setak – é nato dall’esigenza di sintetizzare tutte le mie esperienze musicali e umane, il rapporto con la mia terra e con il mio dialetto, tutta la musica con cui sono venuto a contatto. Il risultato è una miscela di influenze musicali (blues, imprescindibile per la mia formazione, e varie altre musiche del sud del mondo), su cui ho innestato un dialetto della mia terra adeguandolo espressivamente a una mia personale esigenza di intimismo”.
– Come è nata l’idea di cantare in abruzzese?
“Volevo trovare – ha raccontato Setak – un modo autentico e sincero per comunicare attraverso le canzoni. Dunque, abbiamo deciso io e il mio produttore Fabrizio Cesare, figura fondamentale nel mio percorso, di fare dei pezzi in dialetto abruzzese. Quindi, grazie a questo di sentirmi sincero e autentico. Così, ho fatto una sintesi della musica con cui sono cresciuto, tutt’altro che abruzzese, proveniente da tutto il mondo, in particolare dal sud del globo con influenze anglosassoni, coniugandola con le mie radici. Questo, piaccia o non piaccia, mi ha permesso di avere una mia identità molto chiara, di essere unico e riconoscibile”.
– Parlaci in breve dell’emozione che ha ispirato i tuoi brani e dei tuoi progetti musicali futuri…
“A me del dialetto abruzzese non interessa l’aspetto prettamente culturale, ma soprattutto quello emotivo e sentimentale. Premesso questo, ti dico che nel mio primo disco ci sono le emozioni più grandi che ho provato nella mia vita, fino a 13/14 anni che poi sono quelle che ci caratterizzano. Successivamente, secondo me, ragionando con più esperienza, i rapporti con gli eventi è meno autentico. Il secondo disco, invece, è stato più direi “muscolare”, “politico”, dico la mia su determinati eventi e persone, prendo delle scelte ben chiare. Sono molto contento di fare il concerto il 13 gennaio all’auditorium di Roma con Mimmo Locasciulli. Stiamo preparando un tour sperando che il Covid non ci fermi neanche questa volta in primavera e poi sto iniziando a preparare un terzo disco” ha spiegato Setak.
Cristiano Vignali