Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” con Roberta Petrelluzzi dell’11 dicembre alle 00.30 su Rai 3: la passione di Dj Fabo
Su Rai3 a Un giorno in Pretura con Roberta Petrelluzzi
Prima che il Parlamento italiano approvasse la legge sul biotestamento, il tribunale di Milano processava Marco Cappato, esponente del Partito Radicale impegnato nei diritti civili, con l’accusa di aver rafforzato e agevolato l’intento suicidario di Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo.
Il 25 febbraio del 2017 Marco Cappato aveva accompagnato Fabiano a morire in una clinica svizzera, la Dignitas. A ”Un giorno in pretura”, sabato 11 dicembre alle 24.30 su Rai3, il racconto drammatico e sconvolgente sul perché un uomo sceglie di morire.
Un racconto fatto dalle persone che più l’amavano e che gli erano vicino, la madre e la fidanzata. Un racconto in cui la morte è vista come una liberazione e una vittoria.
Un giorno in pretura è un programma televisivo italiano di genere documentaristico-criminologico, in onda su Rai 3 dal 18 gennaio 1988. Ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, insieme a Nini Perno. È la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai dopo il TG3 e Geo. La trasmissione è l’evoluzione del programma In pretura, andato in onda sempre su Rai 3 dal 1985 al 1987.
La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3[1][2].
Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore», quali casi di ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento e l’andamento della giustizia italiana. Il programma rientra in quel genere televisivo che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità[3][4], che ricomprende Chi l’ha visto?, Telefono giallo, Ultimo minuto, Forum.