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Il film storico stasera in TV: “Gandhi” lunedì 17 gennaio 2022

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Il film storico stasera in TV: “Gandhi” lunedì 17 gennaio 2022 alle 21.15 su La 7

Gandhi (film 1982).JPG

Gandhi è un film del 1982 prodotto e diretto da Richard Attenborough, su una sceneggiatura scritta da John Briley, sulla vita del Mahatma Gandhi, interpretato da Ben Kingsley.

Il film dominò agli Oscar del 1983 con la vittoria di otto statuette tra cui l’Oscar al miglior film. La prima del film fu proiettata a Nuova Delhi il 30 novembre 1982. Uscì nelle sale cinematografiche negli Stati Uniti l’8 dicembre 1982.

Nel 1999 il British Film Institute l’ha inserito al 34º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.[1]

30 gennaio 1948. A Nuova Delhi, il Mahatma si reca in un giardino per recitare preghiere accompagnato dai fedeli indù, ma tra questi vi è un giovane, Nathuram Godse, che gli si avvicina e lo uccide sparandogli tre colpi di pistola. Ai suoi funerali partecipano numerose persone, tra cui rappresentanti politici della società indiana e di altre nazioni oltre che i suoi migliori amici Jawaharlal Nehru e Vallabhbhai Patel.

Sudafrica1893: Gandhi, giovane avvocato diretto a Pretoria per difendere una ditta indiana a un processo, viene sbattuto fuori da un treno da capistazione bianchi in quanto si era accomodato in prima classe (alle persone di colore era consentito viaggiare solamente in terza classe). Successivamente incontra Khan, il mercante musulmano suo cliente, grazie al quale viene a conoscenza, tra gli altri, delle dure condizioni degli indiani nell’impero britannico: sono stati importati con la forza e relegati a una condizione di schiavitù. Gandhi decide allora di fondare un movimento pacifico ma determinato a ottenere la libertà, e avvisa la stampa: durante una manifestazione in Sudafrica, a Pretoria, brucia dei lasciapassare (di cui gli europei possono fare a meno, ma che i cittadini dell’Impero non-europei, tra cui appunto gli Indiani, sono obbligati a tenere sempre con sé) ma la risposta della polizia è un brutale pestaggio. La sua azione viene notata dalla stampa (addirittura dal New York Times) che lo sostiene in quanto ha subito il pestaggio senza reagire e difatti apre la sua considerazione sull’azione efficace della nonviolenza e porterà anche ad una revisione della legge sui lasciapassare. Tempo dopo, rimessosi dalla violenta aggressione, fonda la comunità di Phoenix sul modello degli Āśrama per produrre un giornale indipendente e riprendere a organizzare manifestazioni pacifiche di protesta contro le leggi discriminatorie opponendosi ad esempio senza l’uso della forza all’applicazione delle stesse leggi ma con marce e scioperi nelle miniere, dove gli Indiani erano usati come lavoratori. Questo però lo portano all’arresto e alla carcerazione insieme ad altri membri della comunità per far finire l’opposizione: qui ha un incontro con il viceré inglese, il quale si dichiara disposto ad annullare le leggi contro cui egli ha protestato ma anche che questo avrebbe potuto limitare fortemente l’immigrazione indiana in Sudafrica. Dopo questo Gandhi decide di tornare in India insieme al reverendo Charles Freer Andrews.

India, 1915: Gandhi fa ritorno in India al porto di Mumbai dove viene accolto come eroe nazionale da Nehru. Qui Gopal Krishna Gokhale gli suggerisce di viaggiare per l’India per conoscerla meglio, visto che si sente come uno “straniero” in patria. Qui proclama le sue idee di nonviolenza e riscuote enormi consensi in gran parte del Paese. Inizia con i contadini del Champaran per il problema della coltivazione della indigofera imposta dal dominio britannico che impoverisce la popolazione perché non si può dedicare a coltivare i beni di prima necessità. L’attivista propone inoltre un giorno di sciopero a tutto il popolo, in data 6 aprile, al fine di complicare la vita politica degli invasori britannici: in quel giorno infatti, entra in vigore una legge che riconosce più ampi poteri alle forze dell’ordine ma Gandhi propone una giornata di preghiera e di digiuno. In seguito allo sciopero, Gandhi viene nuovamente incarcerato: sarà poi assolto e liberato senza dover pagare cauzione perché la popolazione reagisce violentemente alla dominazione britannica e pensano che Gandhi possa cautelarli con i suoi discorsi sulla nonviolenza, ma poco dopo le truppe del generale Dyer sparano sulla folla provocando un eccidio. Cominciano inoltre a sorgere violenti contrasti tra le minoranze indù e musulmane, che sfociano in scontri armati: Gandhi sarà arrestato ancora una volta, con l’accusa di sedizione, e condannato a sei anni di reclusione.

Regione del Porbandar, anni dopo: Gandhi percorre migliaia di chilometri per le strade indiane, la cosiddetta marcia del sale, fino a giungere le rive dell’Oceano Indiano dove produce un’enorme quantità di sale che il Congresso distribuirà poi in tutto il Paese. Il protrarsi di manifestazioni obbliga Londra a cedere, e lo stesso Gandhi sarà invitato in Gran Bretagna per un incontro con la famiglia Windsor e altri nobili inglesi. L’indipendenza non arriva perché gli inglesi cercano di dividere gli indiani accentuando le varie divisioni tra caste e classi sociali, tuttavia Gandhi capisce che il governo britannico ormai ha perso la voglia di lottare. Tornato in India, viene arrestato per l’ennesima volta e durante la detenzione sua moglie morirà per una trombosi. Ciononostante, nel 1947 la causa per cui ha tanto lottato si concretizza e l’India riceve l’indipendenza: il Mahatma riuscirà inoltre a fermare la faida, ancora in atto, tra musulmani e indù.

Regia di  John Briley

Con Ben Kingsley e Candice Bergen

Fonte: WIKIPEDIA