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Anticipazioni per “Dafne” di Rinuccini del 19 marzo alle 11.30 su Rai 5: dal Teatro Valle di Roma

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Anticipazioni per “Dafne” di Ottavio Rinuccini del 19 marzo alle 11 su Rai 5: con la direzione di Fausto Razzi per la regia di Giancarlo Cobelli dal Teatro Valle di Roma

Su RadioLive riapre il Teatro di Roma - RAI Ufficio Stampa

Per ricordare Giancarlo Cobelli, attore, regista e mimo italiano, a dieci anni dalla scomparsa, Rai Cultura propone la sua regia della “Dafne” di Ottavio Rinuccini e Jacopo Peri dal Teatro Valle di Roma, in onda domenica 13 marzo alle 10.00 su Rai 5 nello storico allestimento andato in scena nel 1982.

L’opera scritta a ridosso del ‘600 da Ottavio Rinuccini e musicata nel 1608 da Marco da Gagliano viene trasmessa con l’interpretazione di Gloria Banditelli, Valeria Vensa, Sandro Rinaldi, Ugo Trama, Patrizia Bovi, Giorgio Gatti.

Sul podio Fausto Razzi. Regia teatrale di Giancarlo Cobelli, regia tv di Ilio Catani.

Dafne è in assoluto la prima composizione conosciuta, che secondo gli attuali standard, può essere considerata un’opera.[1][2][3] Essa venne scritta da Ottavio Rinuccini e musicata da Jacopo Corsi e Jacopo Peri con con la siccessiva revisione di Marco da Gagliano intervenuta nel 1608.

Dafne venne eseguita da un piccolo ensemble strumentale costituito da un clavicembalo, un liuto, una viola, un arciliuto e tre flauti.[4] Per la prima volta Peri realizzò una composizione costituita sul recitativo, declamazione di testo con accompagnamento musicale, come parte preponderante dell’opera.[5]

Il soggetto è incentrato sulla storia dell’amore fra il dio Apollo e la ninfa Dafne. I personaggi sono: Ovidio, Venere, Amore, Apollo, Dafne e Nunzio. Jacopo Peri scrisse Dafne per un ristretto numero di eruditi di Firenze, che facevano parte della Camerata de’ Bardi, attiva fra il 1594 ed il 1597, con il supporto e la collaborazione del musicista e mecenate Jacopo Corsi.[5][6] Essa fu probabilmente rappresentata privatamente il 26 dicembre 1598 a Palazzo Tornabuoni.[7] e costituì il tentativo di far rivivere la tragedia greca,[4] secondo nuovi dettami. Fu molto lontana da ciò che gli antichi greci avrebbero approvato,[5] ma divenne una nuova forma di spettacolo che si sarebbe poi sviluppata nei successivi 400 anni.

La maggior parte delle musiche di Peri sono andate perdute, nonostante la sua popolarità in Europa al tempo della pubblicazione, ma è arrivato ai nostri giorni il libretto costituito da 455 versi. Brani significativi sono: “Almo dio che ‘l carro ardente…”, “Da fortunati campi ove immortali…”, “Non curi la mia pianta o fiamma o gelo…”. La famiglia fiorentina dei Medici, signori di Firenze, fu talmente colpita dall’opera da commissionare a Peri l’opera Euridice per essere rappresentata in occasione del matrimonio di Maria de’ Medici con Enrico IV nel 1600.[8][9]

La prima esecuzione pubblica di Dafne è avvenuta il 21 gennaio 1599 nella seconda versione con Vittoria Archilei nel Palazzo Pitti.

Ottavio Rinuccini (Firenze20 gennaio 1562 – Firenze28 marzo 1621) è stato un librettista e poeta italiano.

«Fiorentino. Fiorì sul fine del secolo XVI e morì nel 1621 prima di vedere alla luce le sue opere. Visse gran tempo in Francia. Fu gentiluomo di camera del re Enrico IV. Dice l’Eritreo, che fu amante di Maria de’ Medici, moglie del detto re. Bella avventura a un poeta, ma sempre pericolosa[1]»

Ottavio Rinuccini, poeta e letterato di nobili origini, fu membro dell’Accademia Fiorentina, e in seguito dell’Accademia degli Alterati, dove si discutevano varie teorie relative alla rappresentazione drammatica.

Sebbene non sembrano sussistere prove evidenti della sua effettiva appartenenza alla Camerata dei Bardi, conobbe il conte Bardi, anch’egli membro degli Alterati, collaborando con lui nel 1589. Cooperò anche con Jacopo Peri e Jacopo Corsi per la messa in musica della Dafne, realizzata secondo il nuovo stile recitativo.

A Rinuccini si devono i primi libretti della storia del melodramma:

E gran parte dei testi per: Intermedii et Concerti per le nozze di Don Ferdinando Medici e di Madama Christina di Lorena (Intermedi della Pellegrina)

Sull’esempio di TassoGuariniChiabrera e della lirica francese (per qualche anno infatti fu in Francia, alla corte di Enrico IV), compose anche una raccolta di Poesie, pubblicate postume nel 1622.