Ancora bombardamenti a Kiev. Mariupol non si arrende
Notte di bombardamenti su Kiev, con un bilancio di almeno 6 morti, secondo quanto riferiscono i media locali. Una potente esplosione ha colpito un centro commerciale nel nordovest della capitale. Si è sviluppato un grande incendio nel sito e nel parcheggio adiacente. Intanto, le forze russe proseguone nel tentativo di accerchiare la città.
La Russia ha esortato le forze ucraine della città portuale di Mariupol a deporre le armi e ad arrendersi in cambio di un passaggio sicuro fuori città, ma i funzionari di Kiev hanno immediatamente respinto l’offerta in quanto fuori questione.
Il colonnello generale russo Mikhail Mizintsev ha dichiarato che Mosca avrebbe consentito due corridoi fuori dalla città costiera, a est verso la Russia e ad ovest verso altre aree dell’Ucraina.
“A tutti coloro che depongono le armi è garantito un passaggio sicuro fuori Mariupol”, ha detto, dando tempo alle autorità fino alle 5 del mattino di lunedì (02:00 GMT) per rispondere all’offerta.
Il ministero della Difesa russo, rivolgendosi alle autorità di Mariupol sull’app di messaggistica Telegram, ha affermato che i funzionari “ora hanno il diritto di fare una scelta storica” e ha avvertito che potrebbero affrontare un tribunale militare se si schierassero con quelli che ha descritto come “criminali”.
Ma il vice primo ministro ucraino Irina Vereshchuk ha respinto la richiesta.
“Non prendiamo in considerazione la resa. Abbiamo già informato i russi di questo”, ha detto alla testata giornalistica Ukrainska Pravda.
In un video su Telegram, Vereshchuk ha aggiunto che i russi “continuano a comportarsi come terroristi”.
“Dicono di essere d’accordo sul corridoio umanitario e al mattino bombardano il luogo per l’evacuazione”.
Mariupol ha subito alcuni dei bombardamenti più pesanti da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio. Molte delle 400.000 persone della città sono intrappolate, con poco cibo, acqua ed elettricità, mentre i funzionari della città affermano che almeno 2.300 persone sono morte.
Anche il sindaco di Mariupol Piotr Andryushchenko ha respinto la richiesta della resa.
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