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Federica Paccaferri, Pamela ed “Il coraggio di restare”. Pignataro: “Ho lasciato il cuore a Macerata”

Federica Paccaferri

Federica Paccaferri, Pamela ed “Il coraggio di restare”. Pignataro: “Ho lasciato il cuore a Macerata”

di Maurizio Verdenelli (foto di Luciano Carletti)

“Un inno alla vita, alla passione e all’umantà, malgrado tutto”. Parola (scritta) della criminologa più famosa d’Italia, Roberta Bruzzone. A chiudere la prefazione de ‘Il coraggio di restare’ di Federica Paccaferri, stampato dalla casa editrice Nisroch dell’ottimo Mauro Garbuglia.

Alla presentazione, condotta sabato pomeriggio da Glenda Pagliariccio e da chi scrive, anche e soprattutto  il ritorno di un uomo che Macerata – forse per la prima volta – ha mostrato, grata, di non voler dimenticare. E che lui, per primo, non dimentica, avendo fatto rinuncia per questa città a dirigere una sede più importante. Il suo addio, prima del Natale 2020, è stato contrassegnato da sorpresa e disappunto nella comunità degli adulti che in lui confidavano dopo ‘i noti casi’, nelle scolaresche per cui era diventato il Super Eroe da indicare nelle prove di disegno, infine nella irrefrenabile commozione da parte del sindaco al momento del congedo a Palazzo.

Federica Paccaferri con Antonio Pignataro

Lui, il dottor Antonio Pignataro, il questore del caso Pamela e della vittoriosa lotta alla droga, e’ tornato sabato sera a Macerata, allo Sferisterio, sala Cesanelli, per rispondere all’invito di Federica, indomita interprete e traduttrice. Che in due settimane rese in Inglese 54 pagine, esemplari dunque difficilissime, della motivazione della sentenza di condanna in primo grado a carico di Innocent Oseghale  per la morte di Pamela Mastropietro.

“Ho lasciato il mio cuore a Macerata” ha detto l’ex Questore di fronte ad una platea foltissima: sala sold out; molti in piedi. Presenti l’on. Patassini, la vicesindaco D’Alessandro, gli assessori Marchiori e Laura Laviano, il consigliere Alessandrini; la consigliera regionale Anna Menghi, l’ex presidente della Provincia Pettinari e ad accompagnare Pignataro ex collaboratori di primo piano: il questore Innocenzi e il dirigente Marchetti.”Sono anch’io maceratese” ha sottolineato tra gli applausi il questore degli anni terribili. E lui: “L’applauso che mi rivolgete, lo rivolgo a voi.

Perche’ il merito di una battaglia vinta e’ il vostro, quello di un Contesto di valore e livello”. Poi l’elenco delle ‘cose fatte’ sempre utilizzando come giusto, il pluralis modestiae: “Abbiamo assicurato alla Giustizia gli esecutori di efferati delitti; spezzato la rete dello spaccio facente capo a nigeriani ed altri potenti gruppi, abbiamo chiuso locali. E con azioni anticipatrici di prevenzione, preservando il territorio da tragedie come purtroppo a Corinaldo, abbiamo operato circa la sicurezza dei locali pubblici”.

(da sx) Maurizio Verdenelli, l’on. Tullio Patassini; Antonio Pignataro e Antonio Pettinari

Sul caso Pamela: “In quei giorni Macerata venne definita dagli inviati di Repubblica ‘La Citta’ della Paura’. Tuttavia a buona ragione asserisco che e’ stata allora, e’ ; continua ad essere la Citta’ della Pace. Con orgoglio e forza”.Tanti applausi, tanto affetto per il dottor Pignataro che non dimentica i suoi credits: “Grazie per l’appoggio da parte del presidente Pettinari, di Anna Menghi e dei sindaci succedutisi: Romano Carancini e Sandro Parcaroli”. Anna Menghi: “Il dottor Pignataro tra gli altri meriti; ha quello di aver tolto la polvere sotto i tappeti dove artatamente era stata in fretta e furia riposta.

Tuttavia non bisogna ora abbassare la guardia”.Monito importante questo in un clima di festa per il ritorno -seppure per una sera- del Figlio (non prodigo) con Macerata nel cuore. E di commozione; ricordando Federica suo padre; il noto imprenditore Domenico, cui il libro e’ dedicato. Paccaferri mori’ sul finire di un giorno d’udienza che l’interprete di Oseghale abbandono’ solo in ultimo. Trattiene a stento le lacrime; la voce s’incrina: “Volevo lasciare, certo e definitivamente. Il mondo mi si rovesciava addosso senza di lui. Poi a sorpresa il presidente della Corte, dottor Evangelist mi disse: ‘Abbiamo piacere se lei restasse’. Allora compresi che il mio posto era li’, che era mio padre a chiedermelo”In sala, illuminata dalla raffaellesca Scuola di Atene; luccicano pure gli occhi di Sabrina Stintini, l’assistente giudiziaria vicino a Federica in sette udienze che hanno fatto la storia del Palazzo di Giustizia maceratese. 

Foto di copertina: da sx: la vicesindaco Francesca D’Alessandro; Glenda Pagliariccio;
l’autrice e il giornalista Maurizio Verdenelli

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