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Monteprandone, brutali aggressioni fisiche e verbali: patteggia il compagno violento

presunto stupro

Monteprandone, brutali aggressioni fisiche e verbali: patteggia il compagno violento

MONTEPRANDONE – La vicenda penale si è chiusa per l’imputato con il patteggiamento a 1 anno e 6 mesi (pena sospesa). La questione civile è ancora aperta: la parte lesa è in attesa della sentenza per quanto riguarda l’affido esclusivo della figlia e l’assegnazione della casa. I fatti oggetto del procedimento sono “ben illustrati” nella denuncia spiccata dalla parte offesa, che parla di insultati, umiliazioni, aggressioni anche fisiche ad opera del compagno.

Denunciare è stata una decisione difficile, scaturita dall’ennesimo episodio, probabilmente il più violento di tutti. Vittima degli episodi, ormai purtroppo sempre più frequenti nel nostro tessuto sociale, una 33enne residente a Monteprandone. Questi i fatti.

La relazione con il compagno ha inizio nel 2016. Nel 2020 nasce la loro bambina e decidono così di andare a convivere nell’abitazione di lui. Da lì, stando a quanto raccolto dalla denuncia, sarebbero iniziati gli episodi di insofferenza da parte dell’uomo, forse non ancora pronto ad avviare una vita di coppia più stringente e a diventare padre. Da quanto dichiarato dalla parte offesa, sarebbe infatti stato solito, anche per futili motivi, insultare la compagna utilizzando epiteti quali “handicappata” e “cerebrolesa”.

Avrebbe anche avuto l’abitudine di prendere a pugni la mobilia dell’abitazione, tutto in presenza della figlia minore. Nella denuncia si fa riferimento ad un particolare episodio risalente a gennaio dello scorso anno, in cui la donna si sarebbe vista costretta a chiudersi in bagno a seguito di violenze fisiche subite e a chiedere aiuto telefonicamente alla sorella, che avrebbe allertato poi i carabinieri.

La denunciante ha dichiarato anche di non aver chiesto l’intervento dei sanitari per paura di subire ulteriori violenze e a causa delle minacce da parte del compagno (che avrebbe fatto leva sulla propria superiorità economica) di farle perdere la bambina chiedendo l’intervento dei servizi sociali.

Successivamente la situazione si sarebbe calmata, tanto che i due avrebbero deciso di intraprendere un percorso di terapia di coppia. L’idillio sarebbe durato però ben poco, tanto che sarebbero ben presto ripresi gli episodi vessatori. L’ultimo e più grave si sarebbe verificato il 29 giugno 2021. In questo frangente la violenza sarebbe esplosa con tutta la sua forza, tanto che la 33enne, dopo essere riuscita miracolosamente ad uscire di casa con in braccio la figlia, avrebbe allertato la sorella, con successivo arrivo in loco di carabinieri ed ambulanza. La donna avrebbe riportato dall’episodio vari traumi.

La giovane si sarebbe rivolta in più occasioni ai genitori dell’uomo per avere aiuto, ma le richieste non avrebbero avuto alcun seguito.

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