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Anticipazioni per il Grande Teatro di Eschilo in TV del 10 luglio alle 15.55 su Rai 5: “Le Supplici” con Moni Ovadia

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Eschilo in TV del 10 luglio alle 15.55 su Rai 5: “Le Supplici” con Moni Ovadia

“Le supplici” di Eschilo “riscritte” in greco moderno e siciliano da Moni Ovadia che interpreta la tragedia – rappresentata nel 463 a.C. al teatro di Dioniso di Atene – nella cornice del Teatro Greco di Siracusa: è lo spettacolo teatrale che Rai Cultura propone sabato 9 luglio alle 21.55 su Rai 5. Con Moni Ovadia anche Donatella Finocchiaro e Angelo Tosto.

Danao ed Egitto, pronipoti di Epafo, figlio di Europa e Zeus, regnano insieme sull’Egitto. Il primo è padre di cinquanta figlie e il secondo di cinquanta maschi che vogliono prendere per spose le cugine. Le sorelle fuggono con il padre per sottrarsi alle nozze coi cugini e si recano ad Argo per chiedere protezione presso il re Pelasgo.

Quest’ultimo rimette la decisione all’assemblea popolare, che decreta all’unanimità di accoglierle: il coro delle fanciulle innalza un canto pieno di gratitudine nei confronti dell’ospite e della sua città. Da quel giorno i pelasgi diventano i danai. 

Le supplici (in greco antico Ἱκέτιδες / Hikétides) è una tragedia di Eschilo che faceva parte di una trilogia tragica comprendente anche Gli egizi e Le Danaidi, in aggiunta al dramma satiresco Amimone (tali opere sono però andate perdute).

La tragedia fu probabilmente rappresentata nel 463 a.C. Esiste una omonima tragedia di Euripide, che però racconta un diverso episodio della mitologia greca.

Antefatto: Danao ed Egitto erano due fratelli gemelli che condividevano la sovranità sul regno d’Egitto. Il primo aveva avuto cinquanta figlie, il secondo altrettanti figli. Egitto aveva tentato di imporre il matrimonio tra i propri figli e le figlie di Danao (chiamate collettivamente Danaidi), ma un oracolo aveva predetto a Danao che un suo nipote l’avrebbe ucciso; per questo il re aveva vietato alle figlie di sposarsi e, alla richiesta di matrimonio dei cugini, queste si erano rifiutate ed erano fuggite ad Argo, in Grecia.

La tragedia prende avvio quando le Danaidi, appena sbarcate in terra greca, vengono esortate da Danao a raggiungere il recinto sacro, dove i supplici hanno per antica consuetudine un diritto di asilo inviolabile. Esse raccontano la loro storia a Pelasgo, re di Argo, ma quest’ultimo è restio ad aiutarle, per il timore di una guerra contro l’Egitto. Infine il re promette di portare la questione di fronte all’assemblea cittadina; dal canto loro, le Danaidi affermano che, se non verranno accolte, si impiccheranno nel recinto sacro.

Pelasgo dunque si reca con Danao all’assemblea, e poco dopo torna con buone notizie: si è deciso di accogliere la supplica delle ragazze. Queste allora intonano un canto di gratitudine, ma ben presto arriva un’amara sorpresa: gli egizi sono appena sbarcati presso Argo, e vogliono rapire le Danaidi. Arriva l’araldo egizio con i suoi armigeri per portarle via, ma l’intervento di Pelasgo glielo impedisce. L’araldo se ne va urlando minacce: la guerra tra Argo e l’Egitto è ormai inevitabile. Le Danaidi vengono allora accompagnate da Danao e da alcune ancelle dentro le mura della città.