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Anticipazioni per “Cavalleria Rusticana” di Mascagni del 4 agosto alle 10 su Rai 5: dai Sassi di Matera

cavalleria rusticana dai sassi di matera

Anticipazioni per “Cavalleria Rusticana” di Mascagni del 4 agosto alle 10 su Rai 5: dai Sassi di Matera con l’omaggio al compositore a 77 anni dalla scomparsa

Per la Grande Musica Lirica oggi giovedì 4 agosto andrà in onda alle 10 su Rai 5 la “Cavalleria Rusticana”di Pietro Mascagni andata in scena nell’anno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.

La città dei Sassi è stata il palcoscenico naturale per una delle opere più celebri e amate, riproposta oggi in occasione del 77° anniversario della scomparsa dell’autore (2 agosto 1945). Un progetto straordinario realizzato in collaborazione con il Teatro San Carlo di Napoli.

Lo spettacolo è diretto da Juraj Valčuha, con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Gli interpreti dell’opera sono Veronica Simeoni, Santuzza; Roberto Aronica, Turiddu; George Gagnidze, Alfio; Elena Zilio, Mamma Lucia; e Layla Martinucci, Lola. Con loro il coro del teatro San Carlo diretto da Gea Garatti Ansini. 

Nell’ambito del progetto “Abitare l’opera-Matera 2019”, il Teatro San Carlo di Napoli ha proposto questo suggestivo allestimento “en plein air” che colloca l’orchestra in una piazza ai piedi del Sasso Caveoso, e sviluppa l’azione scenica in tre location limitrofe, scelte per favorire la fruibilità da parte del pubblico, che si dispone su terrazze, belvedere e camminamenti.

Il progetto è realizzato in coproduzione con Rai Com, Rsi e Arte. La regia televisiva è curata da Francesca Nesler.

Cavalleria rusticana è un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga.

Andò in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, con Gemma Bellincioni e Roberto Stagno.

Viene spesso rappresentata insieme a un’altra opera breve, Pagliacci (1892) di Ruggero Leoncavallo. Questo singolare abbinamento venne proposto fin dall’anno seguente il debutto di Pagliacci , al Metropolitan Theater di New York il 22 dicembre 1893,[1] e venne legittimato dallo stesso Mascagni, che nel 1926, al Teatro alla Scala di Milano, diresse, nella stessa soirée, entrambe le opere. Cavalleria rusticana veniva talvolta eseguita insieme a Zanetto, dello stesso compositore.

Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò Tancredi Galli un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.[1]

Trama

La vicenda si svolge a Vizzini. All’alba di una domenica di Pasqua, nel paese s’ode una serenata dedicata a Lola, moglie di compare Alfio, un carrettiere. Pian piano il paese si sveglia e tutti si preparano per il giorno di festa; Lucia, proprietaria di un’osteria, prepara il vino per i festeggiamenti che avranno luogo dopo la messa. Da lei si reca Santuzza, fidanzata di suo figlio Turiddu; all’invito della donna ad entrare in casa, la ragazza rifiuta, rivelandole un’amara verità: Turiddu la tradisce. Prima di partire per il servizio militare, il ragazzo si era promesso a Lola; tuttavia il periodo di leva si era protratto e la donna, stanca di aspettare, dopo un anno si era sposata con Alfio. Al suo ritorno, per ripicca, Turiddu si era allora fidanzato con Santuzza, ma successivamente aveva preso ad approfittare delle assenze di Alfio per riprendere una relazione clandestina con Lola.

Lucia non crede alle parole di Santuzza, ma il loro discorso è interrotto dalla processione iniziale della messa. Poco dopo arriva lo stesso Turiddu, che saluta la sua fidanzata; questa, ormai esasperata, gli rinfaccia i continui tradimenti, ma lui dapprima nega e in seguito cerca di troncare con rabbia il discorso. La lite è interrotta dall’arrivo della stessa Lola, che provoca Santuzza cantando una canzone dedicata al suo amato; i due si recano insieme in chiesa, mentre Santuzza, al colmo della disperazione, scaglia una maledizione su Turiddu.

Poi compare Alfio, che chiede a Santuzza dove sia sua moglie; lei, incautamente, gli dice che ella è andata a messa con Turiddu e gli svela tutta la tresca, pentendosene immediatamente dopo. Alfio giura vendetta e fugge via. Poco dopo termina la messa e tutti si recano all’osteria di Lucia, dove intonano gioiosi brindisi alle gioie della vita. Torna Alfio, al quale Turiddu offre un bicchiere di vino; questi rifiuta sdegnosamente, e tutti comprendono che lui voglia sfidare il rivale a duello all’arma bianca. Le donne portano via Lola e Santuzza, mentre Turiddu, con la scusa di abbracciare Alfio, gli morde l’orecchio: con questo gesto accetta la sfida. Turiddu sa di essere nel torto e si lascerebbe uccidere per espiare la propria colpa, ma non può lasciare sola Santuzza, disonorata dal suo tradimento, dunque combatterà con tutte le sue forze. Alfio gli dà appuntamento a un orto poco distante per duellare.

Turiddu si prepara al duello: prima di recarvisi saluta Lucia, raccomandando di fare da madre a Santuzza se lui non dovesse tornare, poi corre via. Lucia comprende solo allora quanto fossero vere le parole di Santuzza; mentre le due donne si abbracciano, si ode un mormorio venire da lontano e poco dopo una popolana urla che Turiddu è stato ammazzato, gettando tutti nella disperazione.

Sinossi di Cavalleria rusticana

  • Preludio
    • Siciliana O Lola ch’ai di latti la cammisa (Turiddu)

Atto unico

  • Coro d’introduzione Gli aranci olezzano (Coro)
  • Scena e sortita Dite, mamma Lucia… Il cavallo scalpita (Santuzza, Lucia, Alfio, Coro)
  • Scena e preghiera Beato voi, compar Alfio… Inneggiamo il Signor non è morto (Santuzza, Lucia, Alfio, Coro)
  • Romanza e scena Voi lo sapete, o mamma… Andate, o mamma, ad implorare Iddio (Santuzza, Lucia)
  • Duetto Tu qui, Santuzza (Santuzza, Turiddu)
    • Stornello Fior di giaggiolo (Lola)
  • Duetto Il Signore vi manda, compar Alfio (Santuzza, Alfio)
  • Intermezzo sinfonico
  • Scena e brindisi A casa, a casa, amici… Viva il vino spumeggiante (Turiddu, Lola, Coro)
  • Finale A voi tutti salute… Mamma, quel vino è generoso (Santuzza, Turiddu, Lucia, Alfio, Lola, Coro)

Brani celebri

  • Preludio, dove Turiddu canta La siciliana
  • O Lola, c’hai di latti la cammisa, canzone siciliana di Turiddu
  • Il cavallo scalpita, Alfio
  • Voi lo sapete, o mamma, aria di Santuzza
  • Tu qui, Santuzzaduetto di Santuzza e Turiddu
  • Intermezzo sinfonico (tra la VIII e la IX scena)
  • Viva il vino spumeggiante, brindisi di Turiddu
  • Mamma, quel vino è generoso, Turiddu

L’aria introduttiva O Lola, c’hai di latti la cammisa, detta anche Siciliana, è uno dei due brani in lingua dialettale presenti all’interno del repertorio lirico italiano. L’altro brano è la celebre aria Io de’ sospiri dalla Tosca di Puccini, scritta in dialetto romanesco.

Foto interna ed esterna: https://www.raiplay.it/video/2019/08/OPERA—CAVALLERIA-RUSTICANA-c4dc6077-1fd3-487f-8b29-bd92931492a7.html