Una lezione di storia in stile Putin. La Corte costituzionale russa si pronuncia sull’annessione del territorio ucraino – La Corte costituzionale russa ha emesso quattro sentenze sull’annessione alla Russia delle autoproclamate “repubbliche popolari” di Luhansk e Donetsk, nonché dei territori ucraini di Zaporizhia e Kherson . Le sentenze hanno approvato l’annessione, uno dei numerosi passaggi procedurali necessari per rendere “ufficiali” le annessioni. Il testo delle sentenze – tutte quasi identiche – presenta lunghe riflessioni sulla storia regionale, simili nello stile al discorso di Putin sulle annessioni del 30 settembre. Di seguito una versione ridotta delle parole della Corte.
Le quattro sentenze della Corte costituzionale russa che approvano i trattati sull'”ammissione nella Federazione Russa” delle sedicenti LNR, DNR e delle regioni ucraine di Zaporizhia e Kherson sono praticamente identiche. Di seguito è riportato un sommario molto abbreviato, ma fedele all’originale, delle parti che enumerano i “fatti ovvi e indiscutibili” sulle circostanze che hanno portato alla firma dei trattati.
“A seguito di decisioni arbitrarie prese dagli organi di potere sovietici, il territorio della Repubblica socialista sovietica ucraina era in gran parte formato da terre che avevano una popolazione prevalentemente russa, senza espressione della volontà dei cittadini stessi. La loro situazione iniziò a deteriorarsi con il crollo dell’URSS. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla rivoluzione armata incostituzionale a Kiev nel 2014.
In condizioni di crisi acuta e di controllo esterno di fatto da parte dell’Occidente collettivo, le autorità ucraine impediscono ai cittadini che si identificano come appartenenti alla nazione russa di preservare le loro identità nazionali, linguistiche, religiose e culturali. Gli organi statali dell’Ucraina si sono fusi con strutture che hanno instillato l’ideologia e la pratica del nazionalismo aggressivo e del neonazismo anti-russo.
Nel 2014, dopo che la Crimea e Sebastopoli si sono unite alla Federazione Russa, la popolazione del Donbas ha deciso l’indipendenza dell’LNR e del DNR, quindi ha opposto resistenza armata al regime di Kiev. I tentativi di una soluzione pacifica sono stati vanificati dal regime di Kiev, che si stava preparando per un’invasione armata dei territori della LNR e della DNR. Il 24 febbraio la Russia è stata costretta a lanciare un’operazione militare speciale preventiva che, a causa dell’inevitabilità della minaccia, rappresentava anche la Russia nell’esercizio del suo inalienabile diritto all’autodifesa.
Nel corso dell’operazione è stato liberato un territorio significativo, la cui popolazione è determinata a esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione al di fuori dell’Ucraina. Il regime di Kiev non si tirerà indietro dalla sua intenzione di riconquistare con la forza tutto il territorio che è stato liberato dalle sue autorità e minaccia i cittadini che sostengono l’indipendenza con ritorsioni e repressioni.
Riconoscendo la fede nel bene e nella giustizia come uno dei valori fondamentali del popolo multinazionale della Federazione Russa, ed essendo un governo sociale legale, la Russia non può ignorare i fatti di violazione di massa del diritto alla vita e la discriminazione contro le persone sulla base del loro affiliazione nazionale e linguistica, in particolare sul territorio con i cui residenti la popolazione russa ha legami storici, culturali e umani duraturi”.
Fonte: https://meduza.io/en/feature/2022/10/02/a-putin-style-history-lecture; https://meduza.io/en è un quotidiano on line russo bannato in Russia
Foto di Дмитрий Осипенко da Pixabay
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