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Anticipazioni per “Bottecchia. L’ultima pedalata” del 9 ottobre alle 9.30 su Rai Storia: Gianni Mura e il mistero di un campione

bottecchia

Anticipazioni per “Bottecchia. L’ultima pedalata” del 9 ottobre alle 9.30 su Rai Storia: Gianni Mura e il mistero di un campione – “Nessun corridore italiano aveva mai indossato la maglia gialla al Tour e poi vinto come lo vinse Bottecchia, tenendo la maglia gialla dal primo giorno all’ultimo che è un’impresa nell’impresa”: Parole con il quale l’indimenticabile Gianni Mura tratteggiava il ritratto sportivo di Ottavio Bottecchia, da lui raccontato nel doc di Gloria De Antoni “Bottecchia. L’ultima pedalata” in onda domenica 9 ottobre alle 9.30 su Rai Storia.

Il doc cerca di far luce sul mistero legato alla morte del primo ciclista italiano a vincere la Grande Boucle nel 1924 – avvenuta il 15 giugno 1927 nel suo Friuli – dopo dodici giorni di agonia e per motivi mai completamente chiariti. 

Oltre a Mura “Bottecchia. L’ultima pedalata” ospita anche i contributi di Sergio Zavoli, dell’ex direttore sportivo della nazionale di ciclismo Alfredo Martini, e dei discendenti Franco Bottecchia e Renato Zarpellon, e ricostruisce le tante versioni di quella misteriosa morte e la figura di uno sportivo, diventato campione dopo aver provato la povertà sulla propria pelle.

Ottavio Bottecchia (San Martino di Colle Umberto1º agosto 1894 – Gemona del Friuli15 giugno 1927) è stato un ciclista su strada italiano. Fu il primo ciclista italiano a vincere il Tour de France, nel 1924; nella circostanza fu inoltre il primo ad indossare la maglia gialla ininterrottamente dalla prima all’ultima tappa. Rivinse il Tour anche nel 1925.

«Perseverai, resistetti. Soprattutto volli.»
(Ottavio Bottecchia[1])

Ottavo degli otto figli di Francesco Bottecchia, ortolano e carrettiere, ed Elena Torres[2], crebbe in povertà; in gioventù lavorò prima come muratore e poi come carrettiere di legnami[3][4]. Proprio l’attività di muratore gli varrà, negli anni di attività ciclistica, e pur essendo lui veneto di San Martino di Colle Umberto, il soprannome di Muratore del Friuli[4]. Chiamato alle armi per la prima guerra mondiale, venne inquadrato come caporale nel 6º battaglione bersaglieri ciclisti[4] (matr. n. 35418[5]).

Durante il conflitto combatté sul Carso, con alterne fortune (contrasse la malaria, respirò gas tossici e fu anche fatto per tre volte prigioniero dagli austriaci, riuscendo però sempre a scappare), ma avvicinandosi all’uso della bicicletta, grazie al ruolo di “esploratore d’assalto”, e appassionandosene[2][6]. Si distinse anche nelle fasi della resistenza sul Piave, nel giugno e nell’ottobre 1917, con atti di eroismo, a Lestans di Sequals, che al termine della Guerra gli valsero la decorazione con la Medaglia di bronzo al valor militare[2][3][4][5].

Foto interna ed esterna: https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2022/10/Bottecchia-Lultima-pedalata-960e1fa0-ebd6-43f3-a7af-99a1e80b798a-ssi.html