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Castelnuovo di Farfa (RI)- “L’IDEOLOGIA e l’ARABESCO”

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Castelnuovo di Farfa (RI)- “L’IDEOLOGIA e l’ARABESCO”- dal libro MURALES CASTELNUOVESI, di Franco Leggeri – Il termine “IDEOLOGIA” , se ben ricordo, nacque nel febbraio 1798 con il Mémoire sur la faculté de penser di Antoine-Louise-Claude Destutt de Tracy, sempre se ricordo bene, che l’Autore lesse all’Istituto delle Scienze e delle Arti.

Si era al termine dell’Illuminismo , anzi credo che era l’ultima sua stagione storica.L’Ideologia doveva essere per Trasy :”la scienza degli effetti del pensiero”.

Molti castelnuovesi hanno paura delle ideologie , hanno paura di chi ne parla lo considerano un “diverso”. Per misurare la paura di questi castelnuovesi non serve un righello, perché questa paura e ignoranza non è una linea retta, quindi, monodimensionale per cui per misurare questo “abisso” bisogna adottare il metodo Ennio Flaiano :” la linea più breve tra due punti è L’ARABESCO”.

A Castelnuovo, quindi, essere Comunista era ed è la “colpa” e il “male supremo” mentre, di rimando, essere “chierichetti” , almeno nella facciata, voleva e vuol dire “essere furbi” ed essere vicini alla “greppia del potere”.

Molti castelnuovesi che si dicevano di “sinistra” si sono fatti risucchiare dalla “greppia del potere” e se ne sono fatti “umili servitori”.Altro errore , tipicamente castelnuovese, è quello di considerare “il figlio dell’Operaio” ignorante e incapace di studiare e raggiungere risultati “estranei ai chierichetti e ai Voltagabbana”.

Per fortuna io ho avuto Grandi Maestri come, ad esempio,Gramsci, Salvemini, Emilio Lussu, Terracini e il grande Lelio Basso. Gramsci, lo confesso, è stato ed è il balsamo per la mia anima. I “chierichetti e voltagabbana” castelnuovesi, poveracci, non hanno neanche letto, a mio avviso, De Gasperi; Questi castelnuovesi hanno vissuto all’ombra dell’ignorante “greppia del potere”. Se qualcuno dei “chierichetti” castelnuovesi avesse, per puro caso o curiosità, letto Don Sturzo forse il nostro Castelnuovo sarebbe un Borgo diverso ed inserito, a pieno titolo, nel XXI secolo e non nel tardo dopoguerra.

Giovanni Comisso, nel romanzo “Questa è Parigi”, certo non l’avrebbe scritto ispirandosi a Castelnuovo, ma almeno alcuni capitoli che descrivono le “halles” di notte , almeno i meno “elitari” bistrots si sarebbero potuti associare ai i bar castelnuovesi , illuminati sino all’alba, forse io li avrei potuti immaginare così nei miei ricordi e trascriverli nei miei racconti,ma, ahimè,il sogno castelnuovese è stato infranto dai “chierichetti” “appecoronati voltagabbana” e “servi del potere”.

Le nuove generazioni castelnuovesi, se non fuggiranno,dovranno accelerare molto e trasformarsi per mettersi in pari con una Italia europea. Certamente molti mi diranno che la mia è, appunto, una “UTOPIA CONSUMATA”, ma io spero sempre in un Castelnuovo diverso e non più “SERVO DEI PADRONI”.

dal libro MURALES CASTELNUOVESI- di Franco Leggeri

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