Castelnuovo di Farfa, Unità d’Italia: il Plebiscito del 1860. Elezione del Sindaco Avv.Francesco Scoccia a Consigliere Provinciale – PREMESSA: L’Istituto del Plebiscito, molto applicato durante la Rivoluzione Francese e anche dall’Imperatore Luigi Napoleone , in Italia trovò largo impiego specialmente durante il periodo risorgimentale. Particolare importanza ebbero i Plebisciti in Italia Centrale che si svolsero nel 1860/61, ricordiamo che questa parte dell’Italia, Stato Pontificio, era governata “dal Papa Re” . I Plebisciti che si svolsero in questo periodo erano importanti e rappresentano la premessa per la conquista di Roma che avvenne nel 1870 con la famosa Breccia di Porta Pia.
Il Plebiscito fu usato dal Regno Sabaudo al fine di avere una sorta di legittimazione da parte delle potenze europee come scrive il G. Candeloro nella Storia dell’Italia moderna, pag. 531, Edizione del 1966.Non bisogna dimenticare che la popolazione ,con il Plebiscito, accettava in maniera incondizionata, l’adesione allo Statuto Albertino. Comunque con questa formula del Plebiscito la popolazione era ad essere partecipe al processo unitario del costituendo Regno d’Italia. Bisogna evidenziare che , per tanti aspetti, fu una operazione “minoritaria”( alle votazioni partecipano pochissimi Cittadini che avevano diritto al voto) . Comunque questa operazione raggiunse lo scopo di avere una sorta di crisma e di legittimazione democratica diretta come scrisse il C. Ghisalberti, Storia costituzionale d’Italia, 1848-1948 Ed. 1974.
Con un apposito Decreto del 21 ottobre 1860 il Regio Commissario Generale indisse il Plebiscito.
La formula era semplice perché l’elettore doveva rispondere solo con un SI oppure con un NO.
Le votazioni del Plebiscito , a scrutinio segreto, dovevano durare dalle ore del mattino sino alle ore 17 del pomeriggio.
La propaganda per aderire al nascente Regno d’Italia aveva come tema proposto alla popolazione dai Comitati patriottici e liberali due immagini che rappresentavano da una parte la possibilità di diventare Cittadini liberi sotto la guida di Vittorio Emanuele II, mentre l’altra era subire ancora la schiavitù cui erano soggette le popolazioni della Sabina solto il potere del Papa Re.
Il giorno 22 ottobre del 1860 il Regio Commissario Provinciale di Rieti comunicare al Commissario governativo del Regno di Sardegna che la popolazione di Rieti e della Sabina si radunano spontaneamente esprimendo la loro gioia con :”Clamorosi EVVIVA il RE”.
Tralascio le votazioni e i risultati di Rieti e della Sabina e allego al post i verbali relativi al Mandamento di FARA in SABINA a cui Castelnuovo faceva capo.
Riporto le testuali parole relative al giudizio che viene dato al Sindaco di Castelnuovo di Farfa :” Castelnuovo- E’ Sindaco ed Ufficiale dello Stato Civile il Sig. Dottore in Legge Francesco Scoccia: ha mandato già il censimento enumerativo della popolazione; è in piena regola sull’attuazione dello Stato Civile. La sua intelligenza, e la sua attività offrono al Regio Governo una sicurezza d’un felice andamento; tanto nello Stato Civile che in tutt’altro”.
L’Avv. Francesco Scoccia fu eletto Consigliere della Provincia di Rieti come si legge nell’allegato Regio Decreto del Commissario del Re per la Provincia di Rieti del 1 dicembre del 1860, Conte Oreste Biancoli-
N.B.La provincia di Rieti fu istituita nel 1927 dal governo fascista insieme ad altre 16, in occasione di un radicale riordino delle circoscrizioni provinciali, nel tentativo di restituire unità politica all’antica regione della Sabina, che prende il nome dai sabini, una delle popolazioni tosco-umbre.
Articolo e foto dal libro “Castelnuovo, la riva sinistra del Farfa” di Franco Leggeri
Fonti: AA.VV-Prof.Renzo Di Mario”Rieti e la Sabina”-Ed.ECO-La Sabina e il fascismo-La Resistenza antifascista nel reatino-Campi del duce nel reatino- Campi Profughi nel reatino-Michele Spagnoli” Una Sezione per ogni Campanile-Il PCI nella provincia di Rieti negli anni 1940-1950-(Robin Edizioni)-Castelnuovo di Farfa “Acquedotto di Cerdomare” di Franco Leggeri-Il Farfa-Diritti rivieraschi ricerca di Franco Leggeri
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