martedì, Gennaio 14, 2025
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Anticipazioni per la programmazione speciale di domenica 1° gennaio sulla Rai in omaggio a Papa Ratzinger

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Anticipazioni per la programmazione speciale di domenica 1° gennaio’ sulla Rai in omaggio a Papa Ratzinger  – Per rendere omaggio al Papa Emerito Benedetto XVI, alla sua figura e al segno lasciato nella Chiesa e nella società anche domenica 1° gennaio Rai continuerà a proporre approfondimenti e dirette dedicate.

Su Rai 1, in particolare, il Tg1 proporrà due Speciali, dalle 7.00 alle 9.35 e dalle 17.20 alle 18.45. A mezzanotte, poi “Speciale Tg1” sarà in diretta con aggiornamenti e servizi sulla figura di Joseph Ratzinger.

Previsto anche un Tg2 Speciale dalla 15.45 alle 17.15 su Rai 2, mentre proseguirà l’informazione dedicata di RaiNews24, quella dei Giornali Radio e del portale RaiNews.it con tutti gli aggiornamenti.

Alle 20.35 su Rai 3, invece, andrà in onda uno Speciale de “La Grande Storia” con “Benedetto XVI, un rivoluzionario incompreso” di Antonia Pillosio che si sofferma sul suo papato, sulla scelta delle dimissioni, ma anche sul suo passato di brillante teologo, professore in quattro università tedesche, Arcivescovo di Monaco e per 23 anni Prefetto della Congregazione per la Fede, prima di diventare Papa Benedetto XVI.

Nel programma, che utilizza anche materiale delle Teche Rai, parlano gli storici Elio Guerriero, Andrea Riccardi e Don Roberto Regoli, i vaticanisti Andrea Tornielli e Sandro Magister, i Cardinali Gerard Ludwig Muller e Gianfranco Ravasi, Padre Federico Lombardi e Antonio Paolucci.

Papa Benedetto XVI, in latinoBenedictus PP. XVI, in tedescoBenedikt XVI; nato Joseph Aloisius Ratzinger (Marktl16 aprile 1927 – Città del Vaticano31 dicembre 2022[2]), è stato il 265º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 7º sovrano dello Stato della Città del Vaticanoprimate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. Settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica, Benedetto XVI ha tuttavia rinunciato al titolo di patriarca d’Occidente impiegato dai suoi predecessori.

Affermato professore di teologia, partecipò al Concilio Vaticano II e successivamente prese parte attiva alle riviste Concilium e Communio, della quale fu tra i fondatori. Nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga e creato cardinale da papa Paolo VI nel 1977, durante il pontificato di Giovanni Paolo II fu tra i suoi più stretti collaboratori, essendo stato chiamato a reggere la Congregazione per la dottrina della fede dal 1981 al 2005. Decano del collegio cardinalizio dal 2002, con il conclave del 2005 succedette a papa Giovanni Paolo II.

Nel concistoro ordinario dell’11 febbraio 2013 annunciò la rinuncia «al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro», con decorrenza della sede vacante il 28 dello stesso mese.[3][4] È stato l’ottavo pontefice a rinunciare al ministero petrino, se si considerano unicamente i casi dei papi di cui si hanno fonti storiche certe o molto attendibili[5]Clemente IPonzianoSilverioBenedetto IXGregorio VICelestino V e Gregorio XII. Al soglio pontificio gli è succeduto papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013.

Dopo le dimissioni, il suo titolo è diventato sommo pontefice emerito o papa emerito, mentre il suo trattamento è rimasto quello di Sua Santità.[6]

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