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Anticipazioni per “Così fan tutte” di Mozart del 22 gennaio alle 17.40 su Rai 5: dal Teatro Comunale di Ferrara

così fan tutte

Anticipazioni per “Così fan tutte” di Mozart del 22 gennaio alle 17.40 su Rai 5: con la regia di Mario Martone e la direzione di Claudio Abbado dal Teatro Comunale di Ferrara – Per la Grande Musica Lirica in TV in onda oggi pomeriggio domenica 22 gennaio alle 17.40 su Rai 5 l’opera “Così fan tutte” di Mozart nell’allestimento andato in scena nel 2000 per l’inaugurazione della stagione di Ferrara Musica dal Teatro Comunale di Ferrara con la regia di Mario Martone e la direzione di Claudio Abbado per l’interpretazione di Melanie Diener ed Anna Caterina Antonacci..

Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti (K 588) è un’opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart.

È la terza e ultima delle tre opere buffe scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte (da Le metamorfosi di Ovidio e da La grotta di Trofonio di Giovanni Battista Casti). Fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito alle felici riprese viennesi (17881789) di Le nozze di Figaro e Don Giovanni. La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, con Adriana Ferraresi Del Bene e Francesco Benucci diretta dal compositore.

«È la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!»
(Don Alfonso)

Trama

Atto primo

In una bottega di caffè a Napoli siedono i due ufficiali dell’esercito Ferrando e Guglielmo, che vantano la fedeltà delle loro fidanzate, rispettivamente Dorabella e Fiordiligi, sorelle. Con loro vi è l’amico Don Alfonso, scapolo, il quale, dandosi come sempre arie da filosofo cinico, li contraddice affermando l’inesistenza della fedeltà femminile (dicendo che essa è come l’araba fenice, in quanto tutti sanno che c’è ma nessuno sa dove sia) e sostenendo che le due innamorate, se solo si presentasse loro l’occasione, dimenticherebbero subito i loro fidanzati e passerebbero a nuovi amori. A seguito di questa dichiarazione, i due intendono sfidarlo a duello per difendere l’onore delle future spose. Don Alfonso, invece, lancia loro una scommessa dell’ingente valore di cento zecchini per provare ai due amici che le loro fidanzate non son diverse dalle altre donne (da cui il titolo): così, per un giorno, Ferrando e Guglielmo dovranno attenersi agli ordini di Don Alfonso.

Intanto, nel giardino della loro casa sul Golfo di Napoli, Fiordiligi e Dorabella contemplano sognanti i ritratti dei fidanzati, ma poi iniziano a preoccuparsi perché sono già le sei del pomeriggio e i due amanti non sono ancora venuti a far loro visita, come fanno di solito tutti i giorni. Ad arrivare è invece Don Alfonso, che reca loro una notizia terribile: i fidanzati sono stati convocati al fronte e devono partire all’istante. Sopraggiungono Ferrando e Guglielmo, che fingono anche loro di dover partire. La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle le proprie idee circa la fedeltà maschile ed esorta Fiordiligi e Dorabella a “far all’amor come assassine“: i fidanzati al fronte faranno altrettanto. Don Alfonso cerca l’aiuto di Despina, promettendole venti scudi se insieme riusciranno a far entrare nelle grazie delle sorelle due nuovi pretendenti. Questi ultimi non sono altro che gli stessi Ferrando e Guglielmo, che si presentano al loro cospetto travestiti da ufficiali albanesi. Le padrone irrompono furenti per la presenza degli sconosciuti, e i finti albanesi si dichiarano spasimanti delle sorelle. Don Alfonso presenta gli ufficiali come Tizio e Sempronio, suoi cari amici. Alle loro rinnovate e caricaturali profferte d’amore, Fiordiligi risponde che serberanno fedeltà agli amanti fino alla morte. Fiordiligi e Dorabella si ritirano. Don Alfonso si allontana con gli albanesi, che poco lontano fingono di bere dell’arsenico (in realtà bevono dell’acqua) volendosi suicidare per il dolore. Don Alfonso finge di andare in cerca di un medico e lascia i due uomini agonizzanti davanti alle esterrefatte sorelle, che iniziano a provare compassione. Arriva Despina travestita da medico, declamando frasi in un latino maccheronico, e fa rinvenire gli albanesi toccandoli con una calamita. I finti albanesi rinnovano le dichiarazioni di amore e abbracciano le donne. Despina e Don Alfonso guidano il gioco esortando le donne ad assecondare le richieste dei nuovi spasimanti resuscitati, i quali si comportano in modo molto passionale. Quando i due pretendono un bacio, Fiordiligi e Dorabella si indignano e rifiutano.

Atto secondo

Nella loro camera Fiordiligi e Dorabella vengono convinte da Despina a “divertirsi un poco, e non morire dalla malinconia“, senza mancare di fede agli amanti, s’intende. Giocheranno, nessuno saprà niente, la gente penserà che gli albanesi che girano per casa siano spasimanti della cameriera. Resta solo da scegliere: Dorabella, che decide per prima, vuole Guglielmo, e Fiordiligi apprezza il fatto che le spetti il biondo Ferrando.

Nel giardino sul mare i due albanesi hanno organizzato una serenata alle dame, con i suonatori e i cantanti che arrivano in barca. Don Alfonso e Despina incoraggiano gli amanti e le donne a parlarsi e li lasciano soli. Fiordiligi e Ferrando si allontanano, suscitando la gelosia di Guglielmo, che offre un regalo a Dorabella e riesce a conquistarla. Fiordiligi è sconvolta perché sta capendo che il gioco si è mutato in realtà. Quando Ferrando si accomiata, ella ha un attimo di debolezza e vorrebbe richiamarlo, poi rivolge il pensiero al promesso sposo Guglielmo e si proclama a lui fedele. Questi è impacciato nel comunicare a Ferrando che Dorabella ha ceduto facilmente, ma, commentando l’infedeltà di Dorabella, è felice del fatto che Fiordiligi si sia dimostrata “la modestia in carne“.

In casa, Dorabella esorta Fiordiligi a divertirsi. Fiordiligi decide di travestirsi da ufficiale e raggiungere il promesso sposo sul campo di battaglia: si fa portare delle vesti maschili, si guarda allo specchio e si rende conto che cambiare abito significa perdere la propria identità; immagina di trovarsi già sul posto e di essere riconosciuta da Guglielmo, ma Ferrando la interrompe, e chiede la sua mano, rivolgendosi a lei con parole che probabilmente Guglielmo non le ha mai detto. Guglielmo ha assistito al dialogo, è furente, e anche Ferrando prova odio per la sua ex fidanzata, ma Don Alfonso, che è riuscito a dimostrare quanto voleva, li esorta a finire la commedia con doppie nozze: una donna vale l’altra, meglio tenersi queste due “cornacchie spennacchiate“. Don Alfonso chiarisce, inoltre, di non voler accusare le donne, anzi le scusa, dicendo che è colpa della natura umana se “così fan tutte“.

Nella sala illuminata, con la tavola imbandita per gli sposi, Despina organizza i preparativi e il coro di servi e suonatori inneggia alle nuove coppie. Al momento del brindisi, Fiordiligi, Dorabella e Ferrando intonano un canone su un tema affettuoso, da musica da camera, mentre Guglielmo si mostra incapace di unirsi a loro e commenta: “Ah, bevessero del tossico / queste volpi senza onor!“. Il notaio, che è ancora Despina travestita, fa firmare il finto contratto nuziale e, in quel momento, si ode un coro interno che intona “Bella vita militar!“. Le sorelle rimangono impietrite: sono i due i fidanzati che tornano. Nascosti gli albanesi in una stanza, le due donne si preparano ad accogliere Ferrando e Guglielmo che, continuando la finzione, fingono di insospettirsi quando scoprono il notaio e il contratto. Don Alfonso si giustifica: ha agito a fin di bene, per rendere più saggi gli sposi. Le coppie si ricompongono come in origine e tutti cantano la morale: “Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa“.

Analisi dell’opera

L’architettura di questo dramma giocoso è edificata su un divertente gioco di simmetrie. Le due coppie originarie (Fiordiligi e Guglielmo, Dorabella e Ferrando) sono perfettamente speculari: al binomio soprano-baritono si oppone quello di mezzosoprano-tenore. A questo incrocio, lo scambio di coppie insito nella scommessa sembra portare ordine (al soprano si abbina perfettamente il tenore, mentre al mezzosoprano il baritono). A queste geometrie non sono estranei nemmeno i rimanenti personaggi (Don Alfonso e Despina) i quali, seppure non partecipino ai giochi amorosi, sono attivi spettatori e incitano i protagonisti alle nuove unioni, nonché ad una filosofia di vita meno rigorosa. Da notare come molti allestimenti registici abbiano altrettanto giocato sulle simmetrie e sulle specularità dell’opera. Un’ulteriore osservazione va fatta in merito al rapporto tra musica e libretto: sulle geometriche simmetrie del libretto di Lorenzo Da Ponte, attratto dal carattere giocoso dell’aneddoto, la musica mozartiana si ammanta di caratteri elegiaci, quasi tragici, e l’ironia del tardo-Mozart si trasforma in rassegnazione. Il personaggio di Fiordiligi è un vero esempio: già dall’aria “Come scoglio” si evince il suo carattere spigoloso, la sua virtù superiore a quella della spensierata sorella, e perfino il cedimento alla corte del travestito Ferrando si ammanta di toni disperati. Non da meno è l’aria “Un’aura amorosa” di Ferrando, il quale si presta alla scommessa del cinico amico nella speranza di celebrare, alla fine, la sua vittoria nella dolce compagnia della sua amata. Da non dimenticare sono anche i toni mesti e i violini appena pizzicati del saluto “Soave sia il vento”, nonché l’addio che lo precede: le due dame sono convinte di non rivedere tanto presto i due fidanzati, crogiolandosi nel proprio dolore. Sembra, insomma, che la musica assuma un tono “agrodolce”.

Sul versante letterario, difficile è rinvenire nelle fonti anteriori il tema qui dominante dello “scambio di coppia”. Si ritiene unico antecedente di Così fan tutte (e della filosofia di Don Alfonso) l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: nel canto XXVIII si legge di due amici che, appresa l’infedeltà delle loro donne, decidono di partire per sfogarsi in nuove esperienze amorose. Il viaggio-studio però rivela l’amara verità: anche le altre donne non sono più caste. Insomma: così fan tutte! Quivi si rinvengono inoltre i nomi di Fiordiligi, Doralice, Fiordispina, Guglielmo e Don Alfonso. Evidente è l’analogia tra la nostra Fiordiligi (che minaccia di morire sul campo di battaglia insieme al suo amato, per non compromettersi) e quella ariostesca, che muore come simbolo di estrema fedeltà. Una situazione analoga allo scambio di coppie di Così fan tutte si rinviene nell’opera di Antonio Salieri La grotta di Trofonio. Le protagoniste, Ofelia e Dori, di indole opposta, scelgono un marito che combaci il proprio spirito. La magia di Trofonio scambia prima i caratteri dei due mariti, poi delle mogli, per poi riportare tutto alla norma. Anche se qui lo scambio non riguarda i fidanzati ma i rispettivi caratteri, è evidente che il tema aveva solleticato la fantasia di Mozart e di Lorenzo da Ponte.

Struttura musicale

Atto I

Le prime battute del terzetto n.1

  • N. 1 Terzetto La mia Dorabella capace non è (Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
  • N. 2 Terzetto È la fede delle femmine (Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
  • N. 3 Terzetto Una bella serenata (Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
  • N. 4 Duetto Ah guarda sorella (Fiordiligi, Dorabella)
  • N. 5 Aria Vorrei dir, e cor non ho (Don Alfonso)
  • N. 6 Quintetto Sento oddio, che questo piede (Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
  • N. 7 Duettino Al fato dàn legge (Ferrando, Guglielmo)
  • N. 8 Coro Bella vita militar
  • N. 9 Quintetto Di scrivermi ogni giorno (Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
  • N. 10 Terzettino Soave sia il vento (Fiordiligi, Dorabella, Don Alfonso)
  • N. 11 Aria Smanie implacabili (Dorabella)
  • N. 12 Aria In uomini! In soldati (Despina)
  • N. 13 Sestetto Alla bella Despinetta (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Recitativo accompagnato Temerari, sortite fuori di questo loco e
  • N. 14 Aria Come scoglio immoto resta (Fiordiligi)
  • N. 15 Aria Non siate ritrosi (Guglielmo)
  • N. 16 Terzetto E voi ridete? (Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
  • N. 17 Aria Un’aura amorosa (Ferrando)
  • N. 18 Finale
    • Ah che tutta in un momento (Fiordiligi, Dorabella)
    • Si mora, sì si mora (Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Eccovi il medico, signore belle (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Dove son! (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Dammi un bacio, o mio tesoro (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)

Atto II

Solo dei corni nel n.25

  • N. 19 Aria Una donna a quindici anni (Despina)
  • N. 20 Duetto Prenderò quel brunettino (Fiordiligi, Dorabella)
  • N. 21 Duetto con Coro Secondate. aurette amiche (Ferrando, Guglielmo, Coro)
  • N. 22 Quartetto La mano a me date (Despina, Ferrando, Guglielmo, Don Alfonso)
  • N. 23 Duetto Il core vi dono (Dorabella, Guglielmo)
    • Recitativo accompagnato Barbara! Perché fuggi? (Ferrando, Fiordiligi) e
  • N. 24 Aria Ah lo veggio, quell’anima bella (Ferrando)
    • Recitativo accompagnato Ei parte… senti… e
  • N. 25 Rondò Per pietà, ben mio, perdona (Fiordiligi)
    • Recitativo accompagnato Il mio ritratto! (Ferrando, Guglielmo) e
  • N. 26 Aria Donne mie, la fate a tanti (Guglielmo)
    • Recitativo accompagnato In qual fiero contrasto e
  • N. 27 Cavatina Tradito, schernito (Ferrando)
  • N. 28 Aria È amore un ladroncello (Dorabella)
  • N. 29 Duetto Fra gli amplessi in pochi istanti (Fiordiligi, Ferrando)
  • N. 30 Andante Tutti accusan le donne (Don Alfonso, Ferrando, Guglielmo)
  • N. 31 Finale
    • Fate presto, o cari amici (Despina, Don Alfonso, Coro)
    • Benedetti i doppi coniugi (Coro, Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Guglielmo)
    • [CanoneE nel tuo, nel mio bicchiero (Fiordiligi, Dorabella, Ferrando, Guglielmo)
    • Miei signori, tutto è fatto (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Bella vita militar (Coro, Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Sani e salvi agli amplessi amorosi (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)
    • Fortunato l’uom che prende ogni cosa pel buon verso (Fiordiligi, Dorabella, Despina, Ferrando, Don Alfonso, Guglielmo)

Mozart aveva composto originariamente per Guglielmo l’aria Rivolgete a lui lo sguardo (K 584), poi sostituita dal N. 15 Non siate ritrosi