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Anticipazioni per “Omaggio a Claude Debussy” del 25 marzo alle 19.35 su RaiI 5: dall’Orchestra Sinfonica Rai

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Anticipazioni per “Omaggio a Claude Debussy” del 25 marzo alle 19.35 su RaiI 5: dall’Orchestra Sinfonica Rai – A 105 anni dalla scomparsa di Claude Debussy Rai Cultura dedica al compositore francese un doppio appuntamento, in onda sabato 25 marzo dalle 19.35 su Rai 5.

Si comincia con il concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Frederic Chaslin all’Auditorium “Giovanni Agnelli” di Torino. Nel programma, il “Prélude à l’après-midi d’un faune” (tratto da da Mallarmé) di Debussy e “Don Quixote”, variazioni fantastiche su un tema di carattere cavalleresco op. 35 di   Richard Strauss.

A seguire, Gloria Campaner esegue la “Suite Bergamasque” di Debussy. 

Achille-Claude Debussy, noto semplicemente come Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye22 agosto 1862 – Parigi25 marzo 1918), è stato un compositore e pianista francese. È considerato in patria e nel mondo uno dei più importanti compositori francesi di sempre, nonché uno dei massimi protagonisti del simbolismo musicale.

Nella sua musica confluirono le tematiche della scuola francese da Gounod a Fauré, la ricerca pianistica di Chopin, la scoperta di inconsuete armonie orientali e le innovazioni verso una nuova armonia di Wagner. Figura a sé stante rispetto ai suoi colleghi musicisti, con cui non sempre ebbe relazioni facili, si trovò più a suo agio con poeti e pittori.[1] Nei salotti letterari si avvicinò a quel clima estremamente raffinato nato dalle poesie di Charles Baudelaire e poi di Verlaine e Mallarmé. La sua sensibilità era capace di cogliere quelle sfumature e quei riflessi impalpabili che all’epoca lo portarono ad essere accostato alla pittura impressionista, tantoché Debussy viene tuttora visto da buona parte della storiografia musicale, fra cui Massimo Mila,[2] come uno dei principali esponenti dell’impressionismo musicale;[3] lo stesso compositore negò tali influenze nella sua musica, nonché l’appartenenza a tale movimento artistico.[4] Più significative furono invece le influenze simboliste, legate alle sue predilizioni letterarie e alle frequentazioni di vari salotti simbolisti, fra di tutti il più importante quello di Mallarmé, e viste certe suggestioni provenienti dall’ultima produzione wagneriana.

Il cammino per trovare un suo linguaggio autentico fu lungo e laborioso. Dopo aver composto brani significativi come il Prélude à l’après-midi d’un faune e la Suite bergamasque, raggiunse il suo primo vero successo a quarant’anni con l’opera Pelléas et Mélisande. Con La Mer elaborò un vero rinnovamento dello stile sinfonico; egli però predilesse sempre il pianoforte per le sue composizioni lasciando opere come ImagesChildren’s Corner e i 24 Préludes.

Nella sua opera si trovano costantemente aspetti per lui irrinunciabili: la bellezza, un’espressione fondata su un grande equilibrio ed esattezza e una costruzione compositiva solida, elementi che si ritroveranno nella futura musica del novecento.[1]

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