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Oriundi nella Nazionale, una tradizione vincente

ROMA – Soddisfatto della convocazione in Nazionale  per le gare valide alle qualificazioni del prossimo europeo di calcio dell’oriundo italo – argentino Mateo Retegui, bomber del Campionato Argentino in forza al Tigre che in Azzurro ha già realizzato una doppietta nelle gare contro Inghilterra e Malta.
 Nulla di strano, l’Italia ha una forte e vincente tradizione di oriundi latino americani come quelli che si laurearono campioni del mondo nel 1934 (Attilio Demari, Enrique Guaita, Ampliloquio Guarisci, Luis Monti e Raimondo Orsi) e nel 1938 (Miguel Andriolo). 
La Nazionale quando é serviti ha fatto ricorso agli oriundi, soprattutto latino-americani. Sono stati convocati nei periodi di penuria di forti calciatori italiani, come negli anni Sessanta, quando fu convocato il trio di argentini più famosi, i cosiddetti “Angeli dalla faccia Sporca” (come il famoso film di Humphrey Bogart), Sivori (,Juventus), Angelillo (Inter) e Maschio ( Bologna),  ai quale si aggiunse Altafini (Milan). L’appellativo fu loro dato da un massaggiatore della nazionale argentina, dove iniziarono a giocare insieme, prima di scendere in campo anche con quella italiana da oriundi (all’epoca si poteva ancora giocare con un’altra nazionale anche se si era già scesi in campo con un’altra), perché uscivano dal campo sempre con la faccia sporca. 

Si dovrà aspettare il 2003 con lo Juventino Camoranesi per avere un nuovo oriundo famoso in nazionale che, tanto per rinnovare la tradizione vincente, si laureerà Campione del Mondo con gli Azzurri nel 2006.
Dunque, nulla di scandaloso nella convocazione di Mateo Retegui, oriundo italiano per “Jus Sanguinis” e non cittadino per “Jus Loci”, ossia il requisito di cittadinanza preferito dai fautori della società globale multirazziale. 

Cristiano Vignali