Simboli e significato della Croce Ortodossa
Di Nicola Comparato
Senza ombra di dubbio, oltre alle icone sacre e alle divine liturgie, uno degli elementi più caratteristici dell’Ortodossia è sicuramente la croce. La croce ortodossa è considerata unica nel suo genere a causa dei numerosi elementi che la contraddistinguono e che la rendono subito riconoscibile, come ad esempio la struttura costituita da barre trasversali che hanno da sempre un profondo significato nel cuore dei fedeli. Nella croce ortodossa, la linea verticale, viene attraversata da tre barre trasversali, ed ognuna di esse ha lo scopo di rappresentare la crocifissione di Gesù.
Nella barra posta più in alto nella croce, è presente una targa che riporta l’incisione “Gesù Cristo Re dei Giudei”, ovvero INRI (seppur difficile da trovare nelle prime rappresentazioni e più comunemente sostituita in est Europa dalla scritta Il Re della Gloria generalmente posizionata sotto le ginocchia degli angeli) in latino oppure INBI in lingua greca. All’origine di questa scritta, secondo diverse fonti, la richiesta da parte di Ponzio Pilato per deridere ulteriormente il Cristo. In genere nella tradizione greca, la barra inferiore è utilizzata come poggiapiedi, mentre nella tradizione russa è rappresentata sempre in posizione diagonale. Nella barra inferiore in genere si tende ad identificare l’ascensione di Gesù Cristo al cielo, ma sono tanti i significati che le possono essere attribuiti a seconda delle decorazioni. Le prime raffigurazioni della barra inferiore in posizione diagonale sono state rinvenute nella regione dei Balcani, a Costantinopoli e Gerusalemme e a seconda della sua inclinazione (verso l’alto) può, invece di un messaggio di condanna, anche assumere il significato di ascesa attraverso la Passione.
L’immagine di Cristo in croce provoca un grande senso di tristezza in molti fedeli, ma serve a ricordare il suo sacrificio per noi e la sua Resurrezione, esattamente come nella religione cattolica. Nella croce ortodossa la corona di spine è assente e i piedi di Gesù sono fissati da due chiodi. Oltre a questo, dietro il corpo di Cristo è raffigurata la lancia che gli trafisse il costato ed anche una spugna imbevuta di aceto posta su di un palo di canna che ricorda quella che fu offerta a Cristo per dissetarsi. Acqua e sangue sono raffigurati sul fianco di Gesù mentre sgorgano dal suo costato, e sotto i suoi piedi sono presenti quattro lettere dell’alfabeto slavonico che tradotte assumono il significato di: “Il luogo del cranio è diventato il paradiso”.
Non a caso infatti, ben nascosto in una grotta sotterranea troviamo il cranio del primo uomo, Adamo, che simbolicamente ha lo scopo di ricordarci che il nostro progenitore, dopo aver disobbedito a Dio mangiando il frutto proibito nel giardino di Eden, non ha potuto fare il suo ingresso in paradiso. Di conseguenza, Gesù Cristo è diventato il nuovo Adamo e nostro Salvatore. A fare da sfondo a questa rappresentazione troviamo la città di Gerusalemme, luogo dove Gesù Cristo fu crocifisso nella parte esterna delle mura della città. La struttura della croce ortodossa, è costituita anche da una barra centrale dove si trovano le mani inchiodate di Gesù. Tra le raffigurazioni presenti negli angoli superiori troviamo il sole e la luna rispettivamente a sinistra e a destra, che sono un riferimento alla scrittura di Gioele capitolo 2 e versetto 31: “Il sole si muterà in tenebra, e la luna in sangue.” Ai lati del capo di Gesù invece troviamo l’iscrizione “Il Figlio di Dio”, mentre al di sotto delle sue braccia leggiamo: “Ci prosterniamo davanti alla tua Croce, o Sovrano, e glorifichiamo la tua santa Risurrezione”.
Per ricordare che il Cristo è lo stesso Dio che si è presentato a Mosè nell’antico Testamento, troviamo sulla sua aureola le parole “Colui che è” oppure “L’Esistente”. Ritornando poi al discorso del “poggiapiedi”, nel contesto delle preghiere dell’Ora Nona la chiesa associa la croce ad una specie di bilancia della giustizia, soprattutto considerando la barra disposta in posizione diagonale. Perché, in conclusione, come ben sappiamo, Gesù Cristo fu crocifisso tra due ladroni. Uno si pentì e fu santificato. L’altro fu mandato all’inferno per le sue bestemmie. Il primo è rappresentato dalla parte superiore della barra, il secondo da quella inferiore. Da qui il termine bilancia della giustizia, che avvalora questa tesi sostenuta da secoli dai padri fondatori della Chiesa.
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