Gesù Cristo, il primo socialista della storia
Di Nicola Comparato
Per i cristiani arabi è Yasu, per i musulmani è un grande profeta chiamato Isa, per il resto del mondo è Gesù Cristo, il Messia, il Salvatore, il figlio di Dio.
Nessun’altra persona è stata studiata, approfondita e discussa come Gesù Cristo. Nato da una vergine, ha proseguito il suo cammino con i 12 apostoli, compiendo miracoli di ogni genere, morendo infine crocifisso sotto Ponzio Pilato per salvare l’umanità dopo essere stato tradito da uno dei suoi compagni, Giuda Iscariota. Dopo tre giorni è resuscitato ed è asceso al cielo. Tutto il resto è storia. L’uomo più famoso del mondo, anche se i Beatles dissero di esseri più famosi di lui. Detto questo, vediamo per quale motivo Gesù Cristo è da considerare il primo socialista della storia.
Già il grande socialista emiliano Camillo Prampolini, dopo svariate campagne contro la Chiesa Cattolica, accusata dallo stesso di aver abbandonato i veri insegnamenti di Gesù, in un articolo su “La Giustizia”, (settimanale fondato nel 1888) e intitolato “Gesù Cristo rivoluzionario e socialista” descrisse il figlio di Dio come un uomo in lotta a favore delle uguaglianze, contro la proprietà privata, contro le divisioni sociali, contro le discriminazioni di ogni genere e contro la violenza, soprattutto sulle donne, ma ad ogni modo un rivoluzionario per la pace, la giustizia e la libertà. Sempre Prampolini, nell’anno 1897, in un opuscolo intitolato “Predica del Natale”, scrisse: “Noi socialisti siamo oggi i soli e veri continuatori della grande rivoluzione sociale iniziata da Cristo”.
Qualcuno potrebbe accusare Prampolini di aver semplicemente fatto uso della figura del Cristo, per polemica o semplicemente per propaganda politica, ma in realtà il suo pensiero divenne poi il trampolino di lancio per i filosofi e gli studiosi degli anni a venire. Un Cristo totalmente diverso dal clero che conosciamo oggi e che dovrebbe rappresentarlo in Terra, lontano dai suoi insegnamenti di giustizia, di uguaglianza, spesso più legato ai poteri forti e sommerso dalle ricchezze. Tra i vari episodi presenti nel Vangelo, oltre a tutte le opere buone di Gesù, come le guarigioni, impossibile non citare la cacciata dei mercanti dal tempio, dove il Cristo si arrabbió e condannó la vita corrotta dai sacerdoti e degli aristocratici del periodo, schiavi del denaro, del peccato e di un sistema totalmente contrario a Dio, forse il primo esempio di un Gesù socialista e rivoluzionario presente nelle Sacre Scritture. Prampolini torna poi a menzionare Gesù Cristo nei suoi scritti rivolgendosi anche ai lavoratori. La figura del Cristo dei lavoratori comincia a diffondersi.
Si sviluppa anche nei circoli Marxisti e diventa una vera e propria iconografia, in gran parte perduta, diventando col tempo un bel regalo da offrire ai disoccupati, ai poveri, agli emarginati, ai compagni. Un pensiero cristiano con un messaggio politico, ma anche un pensiero politico con un messaggio cristiano. Una vera e propria rivoluzione sociale cominciata duemila anni fa da un uomo, quell’uomo oggi famoso in tutto il mondo, che senza saperlo diventó il primo socialista della storia.
Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay
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