giovedì, Luglio 17, 2025
Home > La voce di tutti > La tutela degli animali: un segno di civiltà

La tutela degli animali: un segno di civiltà

La tutela

La tutela degli animali: un segno di civiltà. Meta: La tutela dei diritti degli animali ha avuto significativi sviluppi, ma il cammino da fare è ancora lungo – A cosa può servire imparare a come scrivere un Cv? Forse a cercare lavoro in un’organizzazione che si occupa di diritti degli animali!

Che cosa si intende per diritti degli animali? Da quando esiste la tutela dei diritti dei nostri compagni di viaggio? Lo scopriremo in questo articolo.

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. (Mahatma Gandhi)

Il concetto di base che si vuole esprimere con la definizione “diritti degli animali” si riferisce al diritto degli animali a essere trattati con rispetto, indipendentemente dalla loro utilità per gli esseri umani.

Ciò significa legittimare il diritto degli animali alla vita e alla libertà, e inoltre prevenire che subiscano maltrattamenti da parte dell’uomo. Questo implica anche impedire lo sfruttamento degli animali per attività come ad esempio la caccia o la vivisezione, e anche il controllo dei sistemi di allevamento degli animali a scopo alimentare, ai fini di evitare loro sofferenze di ogni tipo.

Un po’ di storia dei diritti degli animali

Si ipotizza che il concetto di diritti morali per gli animali possa risalire all’Antica India. Esiste una ricca storia di protezione degli animali nei testi antichi, e nelle storie dei popoli orientali e africani.

Secondo Aristotele, filosofo greco vissuto tra il 384 a.C. e il 322 a.C., poiché gli animali sono privi di ragione, sono utili solo per essere utilizzati dall’uomo. Nell’antica Grecia e a Roma c’erano altri filosofi, più sensibili nei confronti degli animali, alcuni dei quali sostenevano che essi esercitano un certo grado di ragione e dovrebbero essere trattati con gentilezza.

René Descartes (Cartesio), filosofo del XVII secolo, sosteneva che gli animali sono automi privi di coscienza; Charles Darwin, invece, non solo affermava l’esistenza di una continuità biologica evolutiva tra l’uomo e gli altri animali, ma anche che l’essere umano si differenzia dagli animali a livello mentale ed emotivo solo per una questione di misura.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si sviluppò il movimento anti-vivisezionista, che si opponeva all’uso e allo sfruttamento di animali vivi nella ricerca scientifica.

A partire dagli anni Settanta, si è verificato un aumento dell’interesse di filosofi e altri studiosi per il trattamento degli animali, sostenuto e alimentato da varie forme di attivismo a sostegno degli animali, che ancora oggi continuano.

Questo attivismo ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di intervenire sulle leggi in modo da modificare concretamente e in maniera importante, se non addirittura radicale, le condizioni di vita e il benessere degli animali e il nostro rapporto con loro.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale è stata un passo fondamentale

La prima assunzione di responsabilità da parte dell’uomo nei confronti degli animali si ha il 15 ottobre 1978 a Parigi, nella sede Unesco, dove viene proclamata la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale.

La dichiarazione, pur non avendo valore giuridico, è formata da 14 articoli che propongono un codice etico che riguarda il comportamento dell’uomo nei confronti degli animali, ai fini di rispettarli nella loro specificità affermando il loro diritto alla vita e alla libertà.

Il 13 dicembre 2007 è stato ratificato dall’Unione Europea il Trattato di Lisbona, che riconosce agli animali sensibilità, peculiarità biologiche e caratteristiche proprie.

Il trattato chiede agli Stati membri di assicurare agli animali una condizione di benessere che superi i loro bisogni fisiologici e di abitudini di vita e che includa anche una dimensione morale, poiché gli animali hanno sensibilità e, come gli esseri umani, sono capaci di provare sofferenza e dolore.

I principi enunciati dal Trattato di Lisbona sono stati la base di lavoro della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, sottoscritta a Strasburgo il 13 novembre 1987, che è stata ratificata dall’Italia con la legge 201 del 2010.

Dal 9 febbraio 2022 la tutela degli animali e dell’ambiente è entrata a far parte della Costituzione Italiana

Il nostro paese è stato il primo nel mondo, con l’emanazione della legge quadro sulla tutela degli animali d’affezione e la lotta al randagismo del 14 agosto 1991, n. 281, a riconoscere a cani e gatti randagi il diritto alla vita e alla tutela.

Dopo anni di battaglie condotte dalle associazioni animaliste, finalmente il 9 febbraio 2022 la tutela degli animali, della biodiversità e dell’ambiente è entrata a far parte della Costituzione Italiana.

Questo è stato un passaggio importante, che necessiterà di conferma attraverso leggi e norme specifiche che ogni cittadino dovrà rispettare.

Inoltre, l’introduzione di questa modifica nella Costituzione è stata senz’altro una grande conquista verso il riconoscimento degli animali come esseri viventi senzienti; necessità che si impone, in una legislazione ancora purtroppo legata ad antichi concetti di diritto romano, dove gli animali sono considerati solo come oggetti.

Foto di Dim Hou da Pixabay

La Notizia.net è un quotidiano di informazione libera, imparziale ed indipendente che la nostra Redazione realizza senza condizionamenti di alcun tipo perché editore della testata è l’Associazione culturale “La Nuova Italia”, che opera senza fini di lucro con l’unico obiettivo della promozione della nostra Nazione, sostenuta dall’attenzione con cui ci seguono i nostri affezionati lettori, che ringraziamo di cuore per la loro vicinanza. La Notizia.net è il giornale online con notizie di attualità, cronaca, politica, bellezza, salute, cultura e sport. Il direttore della testata giornalistica è Lucia Mosca.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright La-Notizia.net