giovedì, Luglio 10, 2025
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Via della Seta, divorzio imminente tra Italia e Cina 

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Via della Seta, divorzio imminente tra Italia e Cina 

Di Nicola Comparato 

Via della Seta, divorzio imminente tra Italia e Cina, sull’accordo che prevedeva nuove e diverse modalità di cooperazione fra i due Stati, come investimenti nei paesi terzi, scambi di informazioni e di visite istituzionali e partnership pubblico-private.

 

A partire da questa settimana, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si recherà alla Casa Bianca per annunciare pubblicamente la decisione di non rinnovare l’accordo con Pechino, il Memorandum of understanding, con scadenza prevista entro la fine dell’anno. Questa la decisione della Premier italiana, che giovedì 27 luglio si incontrerà con il presidente USA Joe Biden. Un incontro già noto ai collaboratori più stretti di entrambi gli esponenti politici. A conti fatti un anticipo sulle eventuali e prossime alleanze internazionali. Nulla di nuovo infondo, considerando le aspre critiche rivolte a questo accordo già in passato, con le contestazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante l’ultimo vertice del Fondo monetario internazionale prima con il governo Conte e successivamente con il governo Draghi.

Ma ora si spinge sull’acceleratore, con la conferma della Premier Giorgia Meloni al presidente Joe Biden della scelta atlantista dell’Italia a favore dell’Ucraina e a sfavore della Cina, durante il Vertice Nato a Vilnius, in Lituania avvenuto nei giorni 11 e 12 luglio. Attualmente la situazione è da considerare ufficiosa, ma grandi sono le garanzie da parte di Stati Uniti ed Unione Europea per giungere ad una vera e propria ufficialità. In effetti già nel mese di giugno di quest’anno le autorità della UE avevano siglato un accordo politico in merito all’Anti-Coercion Instrument (Aci), che secondo il parere del presidente esecutivo Valdis Dombrovskis, è da considerare un ottimo segnale riguardo ai vari partner dell’Unione. Tutto questo contro ogni tipo di coercizione economica attuata da paesi terzi, in questo caso riguardante proprio la Cina. In parole povere: l’accordo ACI ha la funzione di deterrente e di finestra di dialogo contro eventuali ritorsioni da parte di un paese terzo.

Se la Cina dovesse mettere in atto azioni contro l’Italia, tutta la Ue scenderebbe in campo per attivarsi con forti contromisure economiche e commerciali. In caso di espulsione di aziende italiane dalla Cina, nessuno stato membro della UE cercherebbe un rimpiazzo come concorrente allo stato italiano. Gli accordi saranno ratificati molto probabilmente entro la stagione autunnale e di conseguenza prima dello scadere dell’accordo Memorandum of understanding. 

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