6 e 9 agosto 1945, le bombe su Hiroshima e Nagasaki
Di Nicola Comparato
Era il 6 agosto 1945, alle ore 8.16, nella città di Hiroshima, in Giappone, quando un caccia bombardiere Usa sganció la prima bomba atomica nell’area. Dopo soli 3 giorni, il 9 agosto, alle ore 11.02 la stessa sorte toccó alla città di Nagasaki. I numeri di queste due operazioni furono tremendi, con ben 160.000 morti, a cui si aggiunsero 180.000 sfollati, e altre 285.000 persone morte nel corso degli anni a causa delle radiazioni provocate dagli ordigni nucleari. Ma il 25 aprile dello stesso anno, gli Alleati avevano già liberato l’Italia, e di conseguenza la seconda guerra mondiale in Europa poteva definirsi conclusa.

Ma non nel Pacifico, dove gli statunitensi avevano portato via al Giappone tutte le isole, negando ogni possibilità di vittoria all’Impero Giapponese. Quest’ultimo tuttavia, per senso dell’onore e di patriottismo, tramite i piloti suicidi detti kamikaze continuava a resistere e combattere. Nel frattempo il 12 aprile 1945, era morto Roosevelt e il nuovo presidente USA Harry Truman valutó la possibilità di costringere i giapponesi alla resa utilizzando un’arma di distruzione di massa. Infatti, al lavoro già da un paio di anni, gli americani con l’ausilio di un team composto dai più grandi fisici del periodo, guidato da Julius Robert Oppenheimer, avevano già sperimentato nel deserto del Nuovo Messico nel luglio 1945 la prima bomba atomica. Conoscendo bene gli effetti della bomba atomica, il presidente Truman minacciò e inviò un ultimatum al Giappone per ottenere la definitiva resa dell’Impero. Con il rifiuto del Giappone cominciò la distruzione da parte degli americani. La prima bomba atomica fu sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima, che fu letteralmente rasa al suolo, provocando la morte istantanea di 90 000 persone, mentre altre 80 000 furono contaminate dalle radiazioni. Tre giorni dopo, il 9 giugno, fu sganciata una seconda bomba a Nagasaki. Il Consiglio dei ministri giapponese nonostante tutto decise di proseguire la guerra. A quel punto, l’imperatore Hirohito decise personalmente di arrendersi. Fu così, che esattamente quattro mesi dopo la Germania, il 2 settembre 1945, anche l’Impero giapponese firmò la resa, concludendo di fatto la Seconda guerra mondiale.
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