venerdì, Marzo 21, 2025
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Tuscano sul “Greco – Calabro” in provincia di Reggio Calabria

REGGIO C. – Abbiamo intervistato il Professor Franco Tuscano, uno degli studiosi viventi della antica lingua greco – calabra, eredità del territorio della Calabria che affonda nell’VIII secolo prima dell’era cristiana, allorché venne fondata Reggio Calabria. 

A tal proposito, proprio in questi ultimi mesi é risorto il ‘Thema Tis Kalabria”, costola della Res Publica Romana Christiana mai tramontata in virtù della sopravvivenza del Sacro Senato Romano ad Atene. 

Il greco – calabro nonostante le spinte omologanti della Globalizzazione é ancora vivo in Calabria e in particolar modo in Provincia di Reggio Calabria, ed é stato studiato in maniera scientifica da importanti studiosi, come ci ha spiegato il Prof Tuscano: 

 “Vorrei fare innanzitutto un breve excursus storico – letterario del greco – calabro, partendo dal 1059, anno cruciale perché avviene la conquista di Reggio Calabria da parte dei Normanni, con l’inizio dell’inversione non solo linguistica, ma anche culturale e soprattutto cultuale in Calabria, in quanto l’aspetto cultuale é fondamentale per la conservazione della lingua stessa. Dopo – ha continuato Franco Tuscano – arrivarono in ordine gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, gli Spagnoli e tutti gli altri, così l’inversione di tendenza linguistica si solidifica. Ma, nonostante ciò, il culto greco – bizantino a Bova rimane fino al 1572, cioè fino a quando Stauriano, vescovo armeno – cipriota, non lo sopprime. Nonostante questo, nella Diocesi di Reggio, limitrofa a quella di Bova, si continua a praticare il rito greco – bizantino, ad esempio nei centri di Motta San Giovanni, a Pentedattilo, a Montebello. Un’altra data fondamentale – ha continuato Tuscano –  é il 1699, anno in cui noi troviamo il Greco di Calabria con i caratteri greci, testimonianza attribuita al Sindaco pro tempore di Bova Francesco Antonio De Marco che ha scritto le prime sei poesie contemporanee in Greco di Calabria, cioè con caratteri latini. L’ultimo documento antico in lingua greca con caratteri greci, era stato l’anatema di Fra Goruccio Garino, abate della chiesa di Bova, lanciato contro il Vescovo Stauriano e i notabili di Bova che avevano soppresso  il rito cristiano bizantino a favore di quello Cattolico. Abbiamo ancora  attraverso il Rodotà testimonianza che il Greco di Calabria venisse usato nel territorio reggino anche successivamente. Un’altra data molto importante, spartiacque, é il 1821, allorché – ci dice Tuscano – lo studioso tedesco Karl Witte scopre e pubblica tre nuovi canti greco – calabri della raccolta “Oh sole che tutto il mondo percorri” e da quel momento c’è una ripresa dello studio di questa antica lingua e cultura. Se ne interessano tanti studiosi tra i quali il Pott, il Morosi, il Comparetti. In particolare, il Morosi teorizza che il greco – calabro nasce nel periodo bizantino, tesi per me sbagliata – ha affermato Tuscano – ma che ha imperato almeno per un cinquantennio, allorché il Rohlfs, di cui sono un grande estimatore, ha divulgato la teoria “magno greca” o “megaloellenica” con prove scientifiche inerenti la presenza di arcaismi e di dorismi antecedenti alla Koinè Alessandrina. Questa teoria che ritengo pressoché inconfutabile, – ha risposto il professore – é stata sposata dall’immenso Karanastasis, da Kapsomenos, da Andriotis che produce una serie di dorismi e di arcaismi, tipici del territorio della bovesia. Ovviamente, come si evince  anche dalla teoria delle onde del Bartoli, alcuni arcaismi si mantengono più nelle aree periferiche che in quelle centrali di un territorio.Rohlfs – ha puntualizzato il Professor Franco Tuscano –  é stato comunque sia il più grande studioso contemporaneo della lingua greca di Calabria avendo approfondito l’argomento visitando oltre trecento centri della zona, dove ha ottenuto spesso la cittadinanza onoraria come a Bova nel 1968. Rohlfs  – ha concluso Tuscano – é stato determinante per lo studio scientifico di queste lingua a cavallo fra gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta del Novecento, perché ha affermato pubblicamente che il greco – calabro é una lingua fondamentale per lo studio della cultura della civiltà occidentale. Così risorge lo studio del Greco di Calabria. Un mio prozio é stato nella Bovesia il referente di Rohlfs. Oggi le associazioni culturali svolgono un ruolo fondamentale nonostante le leggi di tutela linguistica nel 1999 e nel 2003 che sono state scarsamente applicate”. 

Cristiano Vignali