Intervista al direttore generale del gruppo International Trade Market, Ettore Minore – Ettore Minore, direttore generale del gruppo International Trade Market, ha voluto e saputo investire capacità, tempo e risorse nella Repubblica Popolare Cinese.
Ora che questo attuale governo sta pensando di rilanciare con la Cina un partenariato strategico, vecchia proposta di Silvio Berlusconi, come eventuale possibile alternativa al Memorandum, e visto che in un modo o nell’altro sarà necessario che l’Italia, nei confronti della Cina, ritrovi quella concretezza che ha appena riscoperto con l’Arabia Saudita, approfittiamo di una valida testimonianza, e qualche suggerimento di un esperto, per chi volesse incamminarsi sulla nuova Via della Seta.
Direttore, negli ultimi dieci anni più di 150 paesi e 30 organizzazioni hanno firmato un documento di cooperazione con la Cina sulla realizzazione dell’iniziativa Belt and Road, e oggi la Belt and Road è già la più popolare realtà di cooperazione internazionale e la più grande piattaforma di cooperazione al mondo.
Lei opera con successo nel mercato cinese ormai da circa vent’anni e da dieci anni ogni giorno è a contatto con la realtà della Belt and Road. Quali contributi, quali aspettative concrete ritiene che l’iniziativa del Presidente Xi abbia portato agli operatori economici internazionali negli ultimi anni?
Questo progetto era nato circa venti anni fa, poi negli ultimi dieci anni c’è stato uno sviluppo molto forte, di cui è stato artefice il presidente Xi Jinping, che ha realizzato la piattaforma commerciale e finanziaria più grande al mondo.
C’è stata una grandissima adesione da parte degli stati. E’ normale che i benefici che questa iniziativa porta al commercio globale e a tutti gli operatori coinvolti siano moltissimi, a cominciare da un importante diminuzione dei costi per quanto riguarda logistica e trasporti e soprattutto una riduzione dei tempi, aspetti fondamentali nel commercio internazionale.
E’ così che si creano negli attori coinvolti quelle aspettative necessarie a garantire una giusta dose di entusiasmo e ottimismo per andare avanti.
Secondo Lei, che ruolo gioca l’iniziativa nello sviluppo economico dei Paesi membri? E che ruolo ha nelle relazioni internazionali?
Quello della Via della Seta è un progetto stupendo che unisce due continenti, l Asia e l Europa, con tutta la loro storia e cultura.
L’Iniziativa così come concepita dal presidente Xi Jinping è un’opportunità di sviluppo, ma soprattutto è un sistema di cooperazione pacifica e pacificatoria tra stati.
Si sono presentati degli ostacoli alla realizzazione dell’Iniziativa, prima di tutto il Covid e poi la guerra tra Ucraina e Russia, che hanno costituito una barriera tra l’Occidente e l’Oriente. Ostacoli sono stati creati anche dagli Stati Uniti, che avevano perso potere economico e finanziario negli ultimi trenta anni.
Questi avvenimenti nel loro insieme stanno portando ad un riequilibrio dei rapporti internazionali.
Ricordiamo che la Via della Seta passa per diverse nazioni che hanno lingue diverse, religioni diverse e questo naturalmente è un beneficio per tutti coloro che aderiranno.
La Cina, da parte sua, mantiene la consueta volontà e capacità di dialogo e cooperazione con tutti gli attori della comunità internazionale, tra questi anche la Russia e i paesi africani. Proprio anche verso il continente africano, la Cina sta sviluppando la sua Iniziativa, realizzando, a mio parere, un grande progetto che il celebre industriale italiano Enrico Mattei aveva ideato per l’Italia.
La Sua azienda trae beneficio dall’iniziativa? Se sì, in quali ambiti? e tale iniziativa incentiva lo sviluppo economico e il commercio dei due paesi, ovvero Cina e Italia?
La mie aziende occupandosi di importazione e distribuzione di prodotti alimentari e di import export globale di diversi prodotti e servizi è normale che per noi la Via della Seta sia un’ottima opportunità.
Il progetto naturalmente deve andare avanti, andando avanti può essere ottimizzato, nonché integrato passo passo dai paesi membri, con il massimo vantaggio per tutti.
Ripeto, per quanto riguarda la mia azienda l’Iniziativa non può che cvreare opportunità soprattutto , come dicevo, nella riduzione dei costi di logistica e trasporti, ma anche un importante incremento dei rapporti commerciali.
Come si aspetta il futuro della Belt and Road?
Bisogna capire quale sarà la politica dei prossimi tre anni per quanto riguarda i paesi che hanno aderito. Bisogna capire se il Dollaro sarà la moneta del futuro per le transazioni. Quanto accaduto all’ultimo vertice dei BRICS fa capire che si potrebbe andare verso una forma alternativa di moneta negli scambi commerciali internazionali.
Soprattutto bisogna capire quando i paesi, che al momento sono in sospeso, tra cui l’Italia, aderiranno totalmente a quello che è la Via della Seta, portando notevole benessere e un notevole ampliamento degli affari in un’Europa che è sempre più in crisi a causa della guerra in atto e alle conseguenze della pandemia.
Io spero che al di là delle problematiche derivanti dai continui contrasti, soprattutto derivanti da una potenza (gli Usa) che non si ritiene più tale ma che potrebbe essere collaborativa e che in questo momento non lo è, io credo che una volta raggiunta una più ampia adesione da parte dei paesi all’Iniziativa, assisteremo anche ad uno sviluppo economico e sociale molto forte.
Pietro Fiocchi
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