Roma, 29 febbraio 2024 – Più di 250 persone in presenza e decine on line hanno partecipato, questo pomeriggio, all’iniziativa in Campidoglio di Roma Capitale “Scuole Aperte, strumenti di prevenzione e contrasto della povertà educativa e della dispersione scolastica e come luoghi di costruzione di comunità” promossa da Roma Capitale, Comune di Milano, Comune di Bergamo, Comune di Bologna in collaborazione con la Rete delle Scuole Aperte e Partecipate e con il patrocinio di Anci. Molti altri i comuni italiani che hanno voluto dare il loro contributo alla riflessione.
Dalla giornata prende avvio un percorso condiviso tra i Comuni, volto a stilare una vera road map, linee guida dal basso, per definire un modello replicabile in ogni realtà territoriale. Il patto tra Comuni ha l’ambizione di portare su scala nazionale il tema delle scuole aperte e sollecitare dunque il governo ad investire con risorse adeguate su uno strumento prezioso ed efficace, per renderlo una realtà praticabile in tutti i territori.
“La scuola può svolgere a pieno il proprio ruolo fondamentale di presidio educativo se si trasforma sempre più in un vero polo civico e culturale di riferimento per la vitalità dei quartieri – ha spiegato il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri – ecco perché da subito a Roma, oltre che sulla sicurezza delle strutture, abbiamo investito tanto nelle scuole aperte anche dopo l’orario canonico, coinvolgendo quest’anno 115 strutture e sostenendo centinaia di progetti. Una vera scuola di comunità – ha proseguito – è infatti quella capace di conquistare nuovi spazi di socialità, creare nuove opportunità di crescita sui territori, combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica, oltre che favorire la piena partecipazione di studenti e famiglie. C’è tantissimo lavoro da svolgere – ha concluso il primo cittadino – ma noi vogliamo fare di Roma una comunità educante policentrica, davvero aperta allo scambio reciproco di esperienze e di idee con il territorio”.
“Abbiamo stretto un’alleanza forte – ha detto l’assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, Claudia Pratelli che ha aggiunto – oggi in Campidoglio si è aperto un processo che ha come perno il protagonismo delle scuole, delle comunità educanti, delle associazioni e delle amministrazioni comunali che hanno sperimentato le scuole aperte oltre l’orario ordinario nei propri territori. Ma da qui non prende avvio solo una riflessione, seppur preziosa, su questo straordinario strumento di contrasto alle diseguaglianze, ma anche un vero è proprio percorso di condivisione di pratiche ed esperienze che parli al paese e al governo. La povertà educativa è una grande emergenza nazionale e le scuole aperte sono una risposta. Partiamo dal Campidoglio quindi, con una ambizione grande: mettere al centro dell’agenda politica nazionale il tema e supportare sempre di più la scuola, luogo per eccellenza dove ritessere i fili sociali, costruire comunità, contrastare le solitudini e promuovere uguaglianza. Farlo ovunque, da nord a sud”.
“La scuola è centrale per la vita del quartiere e quindi della città: è un luogo di apprendimento per bambini e bambine, un luogo di crescita per la comunità scolastica tutta, ed è vissuto come un riferimento importante anche per chi non la frequenta. Ed è con questa prospettiva che avviamo nel 2019 il percorso delle ‘Scuole Aperte’ attraverso il Protocollo di Intesa siglato tra il Comune di Milano e l’Ufficio Scolastico Territoriale – spiega la vicesindaco con delega all’Istruzione Anna Scavuzzo che aggiunge: “Una scuola è aperta quando vive e si connette con ciò che sta al di là delle sue mura e dei suoi orari canonici in una relazione positiva con tutte le realtà del suo quartiere. Serve rafforzare questi strumenti, anche con i Patti educativi di comunità, a cui stiamo lavorando proprio in questi mesi”.
“La scuola è l’infrastruttura più capillare presente nel territorio; dunque, aprirla significa rinnovare una alleanza fra gli istituti comprensivi e gli enti locali, allo scopo di costruire attività pomeridiane, ed estive, per le nostre ragazze e i nostri ragazzi” ha poi commentato Daniele Ara, assessore alla Scuola, nuove architetture per l’apprendimento, adolescenti del Comune di Bologna. “È evidente – aggiunge – che occorre un piano nazionale sull’educazione investendo sui nostri ragazzi, portando qualità nei quartieri e ridando prestigio al ruolo delle comunità scolastiche. Su questo fronte i comuni sono impegnati, insieme ad un rilancio del tempo pieno per la primaria e ad un piano vero per l’estate, tutt’ora senza finanziamenti statali”.
“Le scuole devono diventare hub di quartiere con la loro caratterizzazione educativa ma anche sportiva e potenzialmente anche civica aprendosi alla collaborazione con altre realtà e soggetti del territorio”. È quanto ha in seguito affermato l’assessora all’istruzione del Comune di Bergamo, Loredana Poli che ha aggiunto: “Siamo arrivati a mappare il patrimonio comunale messo a disposizione delle scuole, il livello di utilizzo che ne viene fatto e il rapporto con gli altri servizi comunali come, ad esempio, le biblioteche civiche, i centri per tutte le età, gli spazi giovanili, i progetti di ‘scuole aperte’. È un cammino che si apre con il Piano di governo del territorio che spero possa essere un buon esempio da replicare in altre realtà comunali”.
“La povertà educativa la vinciamo se sappiamo fare rete con i cittadini di un territorio, i genitori e gli studenti in primis. La Rete Nazionale delle Scuole Aperte Partecipate promuove la partecipazione dei genitori e degli studenti-ex studenti nell’amministrazione condivisa della scuola aperta. In Italia esistono già centinaia di scuole dove i genitori hanno le chiavi e che aprono tutti i giorni alla propria comunità” ha infine concluso Gianluca Cantisani presidente della Rete nazionale delle Scuole Aperte e Partecipate.
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