Natalia Franchi da La Plata-Argentina a Corvaro di Borgorose – Rieti – Natalia abita a La Plata, capoluogo della provincia di Buenos Aires. È stata in Italia solo una volta, nel 2005, ma i ricordi di quel viaggio sono oggi più vivi che mai perché il suo è stato un viaggio speciale: un vero e proprio viaggio alla scoperta delle radici italiane. Dall’Argentina è arrivata nel Lazio, precisamente a Corvaro: la frazione più popolosa del Comune di Borgorose, in provincia di Rieti. Il borgo medievale di Corvaro – al confine tra il Lazio e l’Abruzzo – ha conservato la sua armonia e il suo fascino grazie al castello e all’imponente torre che tutt’oggi si ergono come a difesa del paese.
“Sono nipote di italiani – racconta – , i miei nonni paterni sono nati in Italia e, nel 2005, sono andata a conoscere la mia famiglia di origine a Corvaro, in provincia di Rieti. Sono stata anche a Roma, per motivi di lavoro: lì ho seguito un corso di pedagogia e glottodidattica dell’italiano visto che sono un’insegnante di italiano. Nel paese dei miei nonni ho alloggiato a casa dei miei zii e ho provato una sensazione molto bella, profonda ed emozionante perché ho conosciuto persone che sono del mio stesso sangue e ho visto nel loro sguardo i miei affetti più cari: nei loro occhi ho ritrovato le mie radici”.
Natalia oltre a riscoprire le origini della sua famiglia ha svolto un percorso di studi in Italia legato a metodi e tecniche per l’insegnamento delle lingue: “Ho avuto la fortuna non solo di studiare ma anche di visitare diverse città come Venezia, Firenze e Pisa. Naturalmente ho scoperto anche le numerose bellezze di Roma, dove ho avuto l’opportunità nei mesi di agosto e settembre di poter assistere a grandi manifestazioni culturali e religiose”.
“Ricordo ancora – aggiunge Natalia – la festa nel paese dei miei nonni in occasione del Ferragosto: si è tenuta una celebrazione in piazza. E’ stato poi organizzato un piccolo mercatino, una cena e anche un concerto in cui la gente cantava, ballava e si divertiva ed io mi sono molto emozionata. A Corvaro ho visitato la casa di origine della mia famiglia che è stata danneggiata da un grande terremoto all’inizio del ‘900 e ho visitato anche il cimitero dove sono sepolti i miei avi. I miei parenti poi, mi hanno fatto molti regali: dolciumi, profumi, abiti. Poi ricordi e foto che ho portato a casa, in Argentina, per condividerli con la mia famiglia. Certamente un viaggio alla ricerca delle proprie radici è una esperienza da fare e che consiglierei a tutti i discendenti di italiani. È un onore e un’emozione molto profonda quella di visitare l’Italia perché si incontra la nostra vera storia e il legame emotivo e spirituale con questa terra è molto forte”. (GIL- EMG – PO)
(© 9Colonne – citare la fonte)
Il Borgo di Corvaro
Circondato dalle montagne del Cicolano, alle pendici delle Montagne della Duchessa (Riserva Naturale) si trova il borgo medievale di Corvaro. Un borgo che ha conservato l’armonia e la fantasiosa impronta medievale custodita gelosamente dal castello e dall’imponente torre circolare che tutt’oggi si ergono come fossero ancora posti a difesa del paese. A circa 2 km dal paese, si trova il Borgo Francescano di S. Francesco Vecchio, con la chiesa edificata intorno al 1255. Costruita invece all’interno del paese, ma molto più recente la chiesa S. Francesco Nuovo. Nelle immediate vicinanze di Corvaro alle pendici del monte Frontino troviamo il bellissimo borgo medievale di S. Stefano dove possiamo ammirare l’omonima chiesa che contiene stupendi affreschi del 1300. L’alta valle del Salto, denominata Cicolano, deriva il suo nome dagli equicoli che un tempo l’abitavano. Ne fanno parte i Comuni di Borgorose, Petrella Salto, Pescorocchiano e Fiamignano.
Siti di interesse
- Tumulo del “Montariolo”
Su un’altura tra il paese di Borgorose e la sua frazione di Corvaro, si trova il Tumulo detto ‘il Montariolo’, molto importante per l’archeologia protolaziale ed in particolare per lo studio della popolazione degli Equicoli. Il Tumulo di Corvaro, anche se ormai completamente sbancato, ha restituito molte testimonianze degli usi e dei rituali degli Equicoli ed ha aperto molti interrogativi su di essi.
- Museo Archeologico Cicolano
Il MAC – Museo Archeologico Cicolano a Corvaro di Borgorose conserva numerosi reperti archeologici che testimoniano la presenza nella valle del Salto o Cicolano del popolo degli Equicoli, i discendenti dell’antico popolo degli Equi confinati sulle montagne di questo territorio impervio. Il percorso espositivo si snoda in 10 sale disposte su due piani del nuovo museo che vanta un’infrastruttura completamente rinnovata e recuperata da un complesso scolastico dismesso.
La Plata (anche conosciuta come “Città delle diagonali” e “capoluogo del primo stato”) è una città argentina, capoluogo della provincia di Buenos Aires.[1] La città è situata a circa 60 km a sud-est dalla città di Buenos Aires ed è abitata da 772.618 abitanti.[2]
Il tracciato della città, ideato nello studio dell’architetto Pedro Benoit (1836–1897), è caratterizzato dalle numerose “diagonali” (strade ad intersezione diagonale su un tracciato di strade intersecantesi ad angolo retto) delle quali le più importanti si incrociano in Plaza Moreno (una delle piazze-parco più grandi al mondo) dove si affacciano uno di fronte all’altra il palazzo del Comune e l’imponente Cattedrale in stile neogotico, portata a termine soltanto negli ultimi anni.[3]
Casa del governo della provincia di Buenos Aires nella città di La Plata
Punti periferici della città sono il Museo di Scienze Naturali, il palazzo del Governatorato, il Parlamento Provinciale, il rinnovato Teatro Argentino, il moderno stadio di calcio e l’ippodromo. Molti di questi edifici furono costruiti all’epoca della fondazione della città, in seguito ad una richiesta internazionale.
Storia
Fu fondata il 19 novembre del 1882 dall’allora Governatore della provincia Dardo Rocha come conseguenza della mancanza di una capitale per la provincia bonaerense in seguito all’avvenuta dichiarazione nel 1880 di Buenos Aires quale capitale federale della Repubblica Argentina.
Alla morte di Evita Perón, nel 1952, la città assunse il nome di Ciudad Eva Perón, per poi tornare al vecchio nome con la caduta di Perón nel settembre del 1955.
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