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Unità d’Italia: nata contro il centrosud

NAPOLI – L’Unità d’Italia nata contro il centrosud. Nella foto la bandiera tricolore italiana del Regno delle Due Sicilie, adottata con Francesco II di Borbone nel 1860 e usata dall’esercito duesiciliano anche nell’assedio di Gaeta (5 novembre 1860 – 13 febbraio 1861), nell’assedio di Messina (1-12 marzo 1861) e nell’Assedio di Civitella del Tronto, ultima roccaforte duosiciliana a resistere alcuni giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia (26 ottobre 1860 – 20 marzo 1861) .

Infatti, il 17 marzo 1861 a Torino viene proclamata l’Unità d’Italia, un risultato politico che non si raggiungeva dall’epoca romana, il cui valore però purtroppo è svalutato dal modo in cui raggiunto e che non solo macchia con delle ombre la storia del Risorgimento Italiano, ma pone le basi per tutti i problemi successivi strutturali che hanno favorito la debolezza dello Stato Italiano sia in politica interna, sia in quella estera.

Prima di tutto però va detto che l’unità d’Italia del 1861, in realtà riguarda solo l’ambito politico, giuridico ed amministrativo, fattore che mancava da ben tredici secoli, perché il concetto politico di Italia già esisteva e nasce nell’antichità, da prima politicamente con la Lega Italica che nell’88-90 prima dell’era comune dichiarò guerra a Roma per avere i diritti di cittadinanza romana, successivamente amministrativamente definitivamente con la divisione in regioni dell’Italia fatta da Ottaviano Augusto, dopo il giuramento di fedeltà degli Italici (Coniuratio Italica 32 a.e.c.) che delinea una Italia dove all’interno vengono garantite le autonomie locali delle varie popolazioni italiche (con cittadinanza romana piena che sono il popolo dello Stato Romano in senso stretto), e all’esterno rappresentano la “madrepatria” dell’Impero, dove nel Principato se Roma è “Caput Mundi”, l’Italia è dominus delle province.

Ma, l’antica tradizione politica dell’Italia romana non viene assolutamente rispettata nella nuova Italia sorta come l’Araba Fenice col Risorgimento, in quanto non viene rispettato nè il principio dell’autonomia della eterogenea nazione italiana delle piccole patrie locali, né l’Italia sabauda, nata da un piccolo Stato a nord – ovest della Penisola, abituato a ottenere vantaggi al servizio ora di quella o di quell’altra potenza straniera, poteva minimamente pensare di avere in quel momento alcuna velleità imperiale. Di costruire una mentalità imperiale tentò il Fascismo nella prima parte del novecento che dovette però fare sempre i conti con i limiti dello Stato Liberale ottocentesco.

Fatto sta che l’Italia unita venne fatta male con alcune problematiche che elencherò brevemente di seguito:

1) Non è stata una vera unione ma una annessione al Regno dei Savoia.

2) La forma di Stato unitario centralizzata preferita a quella Federale o Confederale, più idonea alla storia del Paese.

3) L’Unità è stata macchiata dagli orrori, dalle depredazioni, e dagli eccidi compiuti al Sud prima dalle camicie rosse garibaldine e poi dai soldati sabaudi del Regno d’Italia e dai funzionari del neonato Stato Italiano.

Casa Savoia e lo Stato Italiano, ancora hanno chiesto scusa ufficialmente per le violenze commesse nei confronti delle popolazioni italiche del centrosud. Sarebbe il caso che a distanza di tutti questi anni, si ammettessero le colpe, per favorire definitivamente la pacificazione nazionale.

Cristiano Vignali