“Bottino di Guerra”. Il libro che racconta la razzia di quadri e arte poi ritrovati
Bologna – La truffa viene preparata per mesi e si consuma in due giorni, il 2 e il 10 giugno 1949, quando 50 quadri, otto icone e una gran quantità di oggetti antichi e preziosi – tappeti, arazzi, candelabri, monete, in tutto 166 articoli – lasciano per sempre il palazzone di Monaco di Baviera dove gli Alleati avevano stipato l’arte saccheggiata dai nazisti nei Paesi occupati.
Il faccendiere croato Ante Topic Mimara, mezza spia e mezzo imbroglione, si è presentato al Central collecting point come “Rappresentante jugoslavo per le restituzioni, le belle arti e i monumenti” e mette a segno il colpo con la complicità di una giovane funzionaria tedesca del Centro, frau Wiltrud Mersmann, che poco dopo sarebbe diventata sua moglie. I beni raggiungono in treno la Jugoslavia e nel mese di luglio vengono segretamente incamerati dal Museo Nazionale di Belgrado. Solo che quei 166 oggetti non appartengono alla Jugoslavia. Gli americani se ne accorgono quasi subito e li chiedono indietro, ma invano. Poi, per evitare tensioni diplomatiche con Belgrado e che il mondo venisse a conoscenza della brutta figura, dopo qualche anno desistono.
La caccia riprenderà molto tempo dopo, questa volta da parte di alcuni carabinieri e magistrati italiani, che scoprono per caso che parte di quel bottino è italiano: il libro ‘Bottino di Guerra. Il giallo dei quadri razziati dai nazisti e deportati a Belgrado’ dei giornalisti ANSA Tommaso Romanin e Vincenzo Sinapi (Edito da Mursia) racconta questa indagine – tra gerarchi nazisti bulimici d’arte e mercanti senza scrupoli, 007 e donne fatali, – e scopre che i quadri da restituire all’Italia sono di più di quelli che gli investigatori credevano.
Il volume verrà presentato a Bologna il 13 giugno alle 17 alla Caserma ‘Manara’, via dei Bersaglieri 3, sala Scantanburlo. Con gli autori dialogheranno il sostituto procuratore Roberto Ceroni, il tenente colonnello dei carabinieri Tpc Lanfranco Disibio e l’avvocato e docente universitario Giulio Volpe. Modera Filippo Vendemmiati, caporedattore della TgrRai Emilia-Romagna.
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