giovedì, Settembre 19, 2024
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Leon Degrelle, pillole di storia

Leon Degrelle nacque vicino la fortezza di Goffredo di Buglione, il primo principe che partecipò alla Prima crociata che liberò Gerusalemme dai Musulmani.

Il padre di Leon Degrelle, Édouard, originario della Francia, era un produttore di birra artigianale, molto devoto alla fede cattolica.

La sua famiglia, infatti, andava ogni giorno in chiesa a pregare almeno due volte e la domenica quattro volte. 

Ultimo figlio di cinque figli, già  in giovane età Leon Degrelle si fece notare per la sua fede fanatica, nella sua famiglia ebbe almeno quattro gesuiti e professò sempre la fede in modo intenso quasi come un misticismo volto a raggiungere la congiunzione con Dio.

Degrelle aveva la fede cattolica nel sangue e si distinse sia alle superiori (studiò in un collegio di Gesuiti molto rigido e si distinse al liceo), sia all’Università  di Lovanio, dove consegui la Laurea in Lettere e Filosofia, poi cercò di prendersi anche una laurea in giurisprudenza, ma fece gli esami con risultati non eccellenti.

Durante l’università diresse un movimento studentesco cattolico, continuò ovviamente  anche dopo la sua militanza politica cattolica al servizio del popolo, e da buon nazional popolare rifiutò  la borghesia ricca. All’inizio ebbe l’appoggio delle varie gerarchie ecclesiastiche del Belgi,o poi quando denunciò come giornalista d’assalto la corruzione e la lussuria che serpeggiava nella Chiesa Cattolica Belga fu attaccato e i vertici ecclessiastici si allontanarono da lui e dal suo movimento.

Per un periodo grazie alla sua capacità di giornalista, di grande comunicatore, fu il capo dell’Azione Cattolica. 

Leon Degrelle, oltre ad essere un grande giornalista, aveva grosse capacità organizzative e soprattutto di  marketing politico per fare proselitismo. Fondò il giornale “Rex-Cristi” (Cristo re), nome ispirato dal partito da lui fondato “Rex” che alle prime elezioni ottenne un discreto successo, fino a crescere sempre più di consensi, soprattutto fra gli operai e i contadini.

Il movimento politico tradizionalista cattolico di Degrelle, ottenne un grande successo anche in virtù del fatto che col suo nazionalismo popolare andava a prendere voti nelle case popolari, occupandosi sia come politico, sia come giornalista delle dure condizioni in cui in cui versava la gente più umile. 

Degrelle, pur essendo monarchico, non abbandonò mai il popolo e difese i suoi diritti, perché non voleva che il Belgio cadesse nella rete del Comunismo Sovietico, ateo e materialista.

Durante la Seconda Guerra Mondiale assunse posizioni più estreme appoggiando le forze dell’Asse, in funzione anticomunista e anticapitalista.

 La sua idea, in buona sostanza  era quella di difendere l’identità  nazionale e il primato della chiesa cattolica che i vari vescovi e i cardinali cattolici belgi non erano più  in grado di garantire. 

Durante la guerra creò una brigata di soli Valloni che combattevano nelle fila dell’Asse e si distinsero per azioni di eroismo, ispirandosi agli antichi Crociati, Cavalieri Templari che difendevano Gerusalemme dagli infedeli. 

Animati dalla fede cattolica, i volontari Valloni di Degrelle si batterono accanitamente contro i Sovietici, non arretrando mai senza ordine dei comandanti.

Gli ufficiali erano tutti Valloni e nella brigata c’erano molti preti cattolici valloni che celebravano messa. 

In Russia, Degrelle, per i suoi atti di eroismo, da semplice soldato raggiunse il grado di Generale di Corpo d’armata. 

Finita la guerra scappò  nella Spagna di Franco; mentre suo padre, sua madre e suo fratello furono imprigionati,  lui fu condannato in contumacia per le sue idee e non per aver commesso crimini di guerra o contro l’umanità. Morì in esilio a Marbella(Spagna).

Leon Degrelle come un Cavaliere Crociato  del XX secolo?

Il giudizio generale della critica sulla sua figura storica è controverso per la sua appartenenza politica. Ma, di certo, col suo testamento storico –  politico che ha nell’incrollabile fede cattolica e nel coraggio più estremo i suoi pilastri, appare come un titano rispetto alla mediocrità  che impera oggi in Italia e in Europa, dove i politici sovente non perseguono il bene collettivo, bensì le proprie ambizioni. 

 Saggista e critico d’arte Dott. Roberto d’Amato.